
Ancora non si è pronunciata ufficialmente l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), sui possibili effetti sulla salute dell’uomo derivanti del consumo di aspartame. L’agenzia, parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità, si è riunita a metà giugno per discutere sui risultati della “Monografia 134 Aspartame, Methyleugenol e Isoeugenol”, nella quale si valuta il potenziale effetto cancerogeno dell’aspartame.
Al momento, si mantiene il massimo riserbo sugli esiti della monografia, visto che ai partecipanti alla riunione, inclusi gli osservatori, è stato richiesto di firmare un accordo di riservatezza, in cui si precisa che accettano di non condividere alcuna informazione sull’incontro o sui suoi risultati fino alla sua pubblicazione, che avverrà il 14 luglio sulla rivista scientifica The Lancet Oncology e, simultaneamente alle conclusioni del Comitato misto di esperti della Fao e Oms sugli additivi alimentari (Jecfa), sul sito web dell’Organizzazione mondiale della Sanità.
Utilizzato come dolcificante artificiale sin dagli anni ’80, l’aspartame è un edulcorante circa 200 volte più dolce dello zucchero, ma con un basso tenore calorico. Si presenta come una polvere bianca e inodore. In Europa ne è autorizzato l’uso come additivo alimentare in prodotti alimentari tipo bevande, prodotti di pasticceria e confetteria, prodotti lattieri, gomme da masticare, prodotti dietetici e per il controllo del peso, nonché come edulcorante da tavola.
Nell’Unione europea l’etichetta sui prodotti alimentari contenenti aspartame deve dichiarane la presenza, indicandone il nome o il suo numero con la E davanti (E 951).
Da più di trent’anni questo edulcorante e i suoi derivati sono argomento di approfondite ricerche che comprendono studi sperimentali sugli animali, ricerche cliniche, studi sulle quantità assunte, studi epidemiologici e attività di sorveglianza successiva all’immissione in commercio.
I suoi effetti sulla salute sono stati valutati già nel 1981 dal Comitato congiunto di esperti Oms-Fao sugli additivi alimentari (Jecfa), un programma di valutazione del rischio per sostanze chimiche e additivi presenti negli alimenti. Invece l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), non si è mai espressa scientificamente sull’argomento.
Successivamente, nel dicembre 2013, dietro richiesta della Commissione europea, anche l’Autorità europea per la Sicurezza alimentare (Efsa), viene incaricata di esprimersi sulla sicurezza dell’aspartame. L’Efsa “conclude che l’aspartame e i suoi prodotti di degradazione sono innocui per la popolazione in genere (compresi neonati, bambini e donne in gravidanza)”.
Oggi, data la disponibilità di nuovi risultati di ricerca, l’aspartame è stato raccomandato come priorità assoluta da valutare sia dal programma Iarc Monographs, sia dal Comitato congiunto di esperti Oms-Fao sugli additivi alimentari (Jecfa).
Le due valutazioni sono complementari. L’Iarc valuterà il potenziale effetto cancerogeno dell’aspartame (identificazione del pericolo), mentre il Jecfa aggiornerà il proprio esercizio di valutazione del rischio, compresa la revisione della dose giornaliera ammissibile e la valutazione dell’esposizione alimentare all’aspartame.
L’integrazione di questi pareri, nonché la stretta collaborazione tra Iarc e Jecfa, consentirà una visione completa degli effetti del consumo di aspartame sulla salute umana, revisionata ed aggiornata con le ultime prove scientifiche rese disponibili.
Se sarà dimostrato il pericolo derivante l’uso dell’aspartame, molte bevande, snack e alimenti ormai consolidati da decenni sul mercato, dovranno modificare la dose in essi contenuta o eliminarne addirittura la presenza.