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Calo demografico, la popolazione italiana dimezzerà

In solo due generazioni la popolazione italiana si dimezzerà, passando da 59 a 32 milioni, mentre aumenteranno gli over 65 che dal 24 diventeranno il 38 per cento. A stabilirlo è un nuovo rapporto della Banca Mondiale.

L’Italia, tuttavia, non è l’unico paese a seguire questo trend. Se fino ad ora il calo demografico e il crollo del tasso di fertilità sembravano interessare i paesi più ricchi e in particolare stati come l’Italia o il Giappone, ad oggi l’invecchiamento progressivo della popolazione è diventato un fenomeno mondiale.

Il tema, infatti, è stato al centro di un lungo approfondimento dell’Economist, nel quale si legge: “Nel 2000 il tasso di fertilità mondiale era di 2,7 nascite per donna, ben al di sopra del ‘tasso di sostituzione’ di 2,1, con il quale una popolazione è stabile. Oggi è 2,3 e sta diminuendo. I 15 paesi più grandi per pil hanno tutti un tasso di fertilità inferiore al tasso di sostituzione. Ciò include l’America e gran parte del mondo ricco, ma – sottolinea il settimanale – anche Cina e India, che insieme rappresentano più di un terzo della popolazione mondiale”.

Secondo le stime la popolazione mondiale raggiungerà il picco nel 2050 per poi iniziare a calare. Infatti, “entro il 2030 più della metà degli abitanti dell’asia orientale e sudorientale avrà più di 40 anni. Poiché i vecchi muoiono e non vengono sostituiti, è probabile che le popolazioni si riducano”.  In breve tempo, il fenomeno potrebbe interessare anche l’Africa subsahariana, dove si sta già registrando un calo del tasso di fertilità.

Le principali conseguenze dell’invecchiamento della popolazione sono la diminuzione delle persone in età da lavoro, che mette a rischio i sistemi pensionistici, ma anche l’aumento delle spese sanitarie nazionali e del welfare state.

Allo stesso tempo non sembrano esserci soluzioni realizzabili. I partiti più conservatori, infatti, sostengono la necessità di incentivi fiscali e altri sussidi per incrementare le nascite. Tuttavia bisogna ricordare che sono prima di tutto i paesi più ricchi ad avere i tassi di fertilità più bassi. Il ché è altamente esplicativo e la dimostrazione del fatto che non si tratta solo di una questione di soldi.

Le visioni più liberali, invece, vedono una soluzione nelle politiche di immigrazione di giovani. Ancora una volta però si tratta di una strada poco percorribile. Come si è visto, infatti, il calo demografico è un fenomeno sempre più diffuso a livello globale, per cui i giovani saranno sempre meno ovunque.

Insomma, l’invecchiamento della popolazione e il calo del tasso di fertilità stanno diventando a tutti gli effetti un’emergenza sociale, che non si può continuare a rimandare mettendo pezze qua e là.

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