In queste ore una parte del popolo americano sta cadendo nella trappola del peggiore populismo.
Giunge notizia dell’abolizione del Columbus Day e la sua sostituzione con la festa dei nativi sia in California che in altre città degli Stati Uniti. Parimenti la furia sovranista si sta abbattendo anche sulle statue erette in tutto il Paese in onore di Cristoforo Colombo e di tutte le espressioni della italianità.
Tutto ciò per condannare coloro che fecero grande l’America e la sua stessa scoperta, l’America sana che porta il nome di un altro italiano, Amerigo Vespucci, non merita questo affronto.
Ora a parte la totale ignoranza storica di tanti americani che attribuiscono a Colombo la responsabilità del genocidio dei nativi, si dimentica che l’America attuale è il risultato dell’arrivo di tanti popoli, razze e colori che diversamente non avrebbero fatto degli Usa il Paese più potente della terra.
I massacri dei nativi vennero perpetrati dagli spagnoli prima e dagli inglesi dopo, mentre Cristoforo Colombo era un tipo mite e guardava con ammirazione e rispetto il popolo nativo, come risulta chiaramente dai suoi scritti. Voler nascondere la propria storia con motivazioni assurde e puerili rappresentano lo spaccato dell’America di Trump. I circa dodici milioni di cittadini di origine italiana, oriundi e discendenti, stanno reagendo pesantemente con proteste ed iniziative politiche per ricordare l’apporto determinante delle collettività italiane per fare grande l’America.
In ogni campo dell’economia, della politica e dell’arte, gli italiani d’America hanno dato il loro prezioso contributo, riconosciuto da oltre due secoli, ed oggi vengono ripagati con l’abolizione del Columbus Day, innocua manifestazione di gioia per esternare la loro italianità.
Ogni popolo ha la sua storia ed italiani d’America come Fiorello La Guardia, Meucci ,Toscanini, Mario Cuomo, Rudolph Giuliani, Lee Iacocca, Francis Ford Coppola, Valentino, Al Pacino, Bon Jovi, Madonna, Lady Gaga, de Niro, Al Pacino e tanti altri ancora non possono essere cancellati anche se vi sono state eccezioni di cattivi italiani e cattivi americani. La pretesa demagogica di ritenere gli emigrati in America , di ogni razza e Paese, italiani, inglesi, cinesi, e negri africani, come usurpatori delle terre e dei diritti dei nativi, a 200 anni di distanza, suona come una bestemmia. Ogni Paese ha subito invasioni, occupazioni e guerre la cui sintesi ha creato le moderne nazioni.
Prendersela con i simboli di chi ha sudato sangue per il Paese che li ha ospitati è assolutamente ridicolo.
La CIM è al fianco degli italo-americani per difendere la loro identità e la loro cultura di americani di origine italiana.
(Angelo Sollazzo, presidente Cim)