A fine marzo 2017 l’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.804,3 miliardi di euro, è nettamente superiore, di oltre 87 miliardi, all’ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.717,1 miliardi di euro. E’ uno dei dati raccolti nel rapporto mensile dell’Abi, l’associazione delle banche italiane.
Dai dati di marzo 2017, quelli analizzati nel rapporto, emerge che i prestiti a famiglie e imprese sono in crescita su base annua del +1,4 per cento, in accelerazione rispetto al +1 per cento del mese precedente, rafforzando il miglioramento della dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere. Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad. esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).
Sulla base degli ultimi dati ufficiali, relativi a febbraio 2017, si conferma la ripresa del mercato dei mutui, inizialmente colta con l’impennata dei nuovi mutui. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie ha registrato una variazione positiva di +2,3 per cento rispetto a febbraio 2016 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento).
Per quanto riguarda i tassi di interesse sui prestiti applicati alla clientela, a marzo 2017 risultano su livelli molto bassi: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,82 per cento, minimo storico (2,85 per cento il mese precedente e 6,18 per cento prima della crisi, a fine 2007).
Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari a 1,56 per cento, era 1,49 per cento il mese precedente, quando aveva raggiunto il minimo storico (5,48 per cento a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,13 per cento, (2,16 per cento a febbraio 2017, 2,02% a dicembre 2016 minimo storico e 5,72 per cento a fine 2007).
Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso.
Il rapporto mensile dell’Abi rende disponibili una serie di informazioni quantitative che sono in anticipo rispetto ad ogni altra rilevazione in proposito. Tale possibilità è determinata dal fatto che le banche sono i produttori stessi di queste informazioni.
Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse) a febbraio 2017 si sono ridotte a 77 miliardi di euro (il valore più basso da maggio 2014), in forte diminuzione rispetto al dato di dicembre 2016 (86,8 miliardi). In particolare, rispetto al picco di 89 miliardi toccato a novembre 2015 si registra una riduzione delle sofferenze nette di oltre il 13 per cento.
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è ridotto al 4,41 per cento a febbraio 2017 (era il 4,89 per cento a fine 2016 e lo 0,86 per cento prima della crisi).
In Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a fine marzo 2017, di oltre 54,5 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a +4,1% su base annuale), mentre si conferma la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, per oltre 46 miliardi di euro in valore assoluto negli ultimi 12 mesi (pari a -12,3 per cento). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) ha registrato a marzo 2017 un incremento su base annua pari a +0,5 per cento, era -0,03 per cento il mese precedente. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela è cresciuta da 1.549 a 1.717 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di 168 miliardi.
A marzo 2017 il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) in Italia si è collocato allo 0,99 per cento (1,01 per cento il mese precedente e in flessione dal 2,89 per cento a fine 2007) ad effetto:
del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), che si è attestato allo 0,41 per cento (0,41 per cento anche a febbraio 2017);
del tasso sui PCT pari a 0,68 per cento (dallo 0,81 per cento di febbraio);
del rendimento delle obbligazioni, pari al 2,72 per cento, 2,76 per cento il mese precedente.
Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a marzo 2017 risultava pari a 183 punti base (184 punti base il mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (329 punti base a fine 2007). In media nel 2016 tale differenziale è risultato pari a 1,98 punti percentuali (2,12 p.p. nel 2015).
(Giampiero Castellotti)