(AGI) – 23 mar. – La stangata era prevista e puntualmente sta colpendo quei tanti italiani “colpevoli” di aver ereditato seconde case dai grandi flussi migratori interni degli anni Cinquanta o di essere titolari di piccole imprese con utenze non domestiche. E’ l’effetto della riforma degli “oneri generali di sistema”, cioe’ di quella parte della bolletta elettrica che finanzia industrie energivore, incentivi alle fonti rinnovabili, oneri per lo smantellamento di centrali nucleari o il bonus elettrico. Un pacchetto di finanziamenti finalizzati, almeno sulla carta, alla sostenibilita’ ambientale, ma controbilanciato da oneri sempre piu’ robusti per le tasche di milioni di italiani con una seconda casa “al paese” d’origine o piccoli artigiani con esigui consumi elettrici e di gas. Per loro un’amara sorpresa gia’ dalla prima bolletta del 2017, in molti casi piu’ che raddoppiata. “Stiamo ricevendo numerose segnalazioni in tal senso da piccole aziende, soprattutto artigianali, nostre associate”, racconta Domenico Mamone, presidente dell’Unsic, sindacato autonomo che riunisce 80mila aziende agricole soprattutto del Mezzogiorno. “Alle difficolta’ economiche del momento si somma questa improvvisa stangata per i cosiddetti ‘oneri di sistema’, che paradossalmente punisce proprio chi consuma meno, quindi le aziende piu’ piccole e precarie, rendendole di fatto meno competitive. C’e’ un chiaro sbilanciamento – conclude Mamone – che penalizza i piu’ piccoli, cioe’ le imprese in bassa tensione, che pur rappresentando solo un terzo della domanda elettrica, in realta’ pagano quasi la meta’ degli oneri generali di sistema”. La situazione e’ ancora piu’ grave per i non residenti, in particolare per le seconde case nei paesetti di montagna svuotati dall’emigrazione.
Cio’ che e’ partito dal 1 gennaio 2017 e’ in realta’ soltanto un adeguamento delle tariffe in quanto la riforma vera e propria dovrebbe partire dal 2018. (AGI)
Red/Ett