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Questione demografica, un tema complesso

“Tra le prime cose che è nostro compito fare è quello di tenere accesi i riflettori sulla centralità delle  politiche demografiche per il futuro dell’Italia e su quanto sia importante sensibilizzare l’opinione pubblica”, così la premier Giorgia Meloni nel messaggio inviato in occasione dell’evento “Demografica: popolazione, persone, natalità: noi domani”, promosso da Adnkronos.

Tenutosi il 27 giugno presso il Palazzo dell’Informazione in piazza Mastai, l’evento ha riunito rappresentanti istituzionali, comunità scientifica e accademica, imprese che si sono confrontate in quattro sessioni per approfondire da punti di vista diversi le conseguenze della denatalità e dell’invecchiamento della popolazione. Si tratta, infatti, di un problema molto complesso che si ripercuote su diversi aspetti sociali ed economici e che proprio per tale motivo deve essere affrontato congiuntamente da tutte le parti prese in causa.

“Il governo ha messo la natalità e la famiglia al centro del suo impegno. E lo ha fatto con una visione di sistema,  portando avanti un lavoro trasversale a tutti i ministeri e considerando in ogni ambito il criterio dei figli come un criterio fondamentale” ha continuato la premier.

“Abbiamo sempre posto l’attenzione sulla famiglia e lo faremo anche sulla delega fiscale”, ha ribadito il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.

Ancora oggi molte donne in Italia si trovano costrette a scegliere tra la maternità e la carriera. “Bisogna dare alle donne la libertà di fare i figli che desiderano, possiamo sostenere questo desiderio soprattutto costruendo ambienti di lavoro più amichevoli verso la natalità, la maternità e in generale sulla presenza femminile” ha affermato nel suo video messaggio la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Eugenia Roccella.

Paesi come Francia e Germania già da diverso tempo hanno attuato politiche a sostegno della natalità, riuscendo se non ad invertire quantomeno a contenere i trend negativi. L’Italia invece sconta la mancanza di una strategia per affrontare gli squilibri demografici, che con il tempo sono andati peggiorando  e  “la questione demografica è diventata un problema strutturale” ha dichiarato Linda Laura Sabbadini, direttrice del Dipartimento per lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell’informazione statistica.

Il tema demografico, però, non comprende solo la natalità che in Italia si attesta a 1,24 figli per donna, ben al di sotto della soglia di sostituzione fissata 2,1, ma anche di invecchiamento della popolazione e di degiovanimento. Per la prima volta nella storia dell’umanità si riduce il numero di giovani, che ad oggi rappresentano il 27 per cento della popolazione, ha sottolineato Alessandro Rosina, ordinario dell’università Cattolica. Allo stesso tempo, come dichiarato da Veronica Nicotra, segretario generale di Anci, mancano le politiche per i giovani.

Come affermato da più parti e in primis dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’immigrazione rappresenta una soluzione, ma non l’unica. L’assessore della Regione Lazio Simona Renata Baldassare, così come Elena Viviano di Banca d’Italia, hanno sottolineato la necessità di un insieme di politiche che agiscano in maniera sinergica per far fronte al problema.

In quest’ottica continuare a pensare la questione demografica come un tema politico di destra o sinistra è controproducente e va a peggiorare una situazione già pericolosamente critica, ha ribadito Gianluigi De Paolo, presidente della Fondazione per la natalità.

In base all’indagine condotta da Emg Different, realizzata per l’occasione e presentata dall’amministratore delegato Fabrizio Masia, gli stessi italiani sono sempre più consapevoli del problema e, soprattutto tra i giovani, si sta diffondendo la paura per un futuro che, se non si interviene subito, il Paese potrebbe non avere.

Attraverso dati, valutazioni degli esperti, interventi politici e aziendali, l’evento di Adnkronos ha messo in luce il fenomeno in tutta la sua complessità, trattando i temi dell’infertilità e della salute pubblica, ma anche della necessità di politiche a sostegno della natalità, dell’occupazione femminile e giovanile, strettamente connessi alla decisione di avere dei figli o meno. E ancora l’importanza di servizi adeguati, sottolineata dal direttore dell’Osservatorio sul Welfare della Luiss Business School Mauro Marè, e il ruolo delle aziende attraverso sistemi di welfare adeguati.

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