Le premesse per trasformare questo momento di confronto allargato in una soluzione concreta per una delle categorie più importanti della gig economy ci sono tutte. Presenti al tavolo di concertazione tutte le compagnie di food delivery presenti a livello nazionale: dalle grandi multinazionali a quelle emergenti, insieme a tutte le organizzazioni sindacali e alle nuove forme di rappresentanza di categoria che il Ministro aveva incontrato sin dal giorno del suo insediamento al Ministero.
L’idea è trovare rapidamente un punto di incontro tra le diverse esigenze degli attori in campo, per dare più tutele ai lavoratori, senza dimenticare le specificità di un modello di business molto particolare.
Le strade da percorrere, ha ricordato Di Maio, sono due: quella di presentare una legge in cui il governo decide autonomamente oppure coinvolgere tutti gli interessati per trovare un accordo equilibrato. Una possibilità, quest’ultima, su cui il Ministro si è dichiarato fiducioso: “Dal tavolo di oggi è nata la volontà di lavorare a un contratto collettivo nazionale per i riders: i nostri obiettivi sono la previsione di compenso minimo orario, una tutela Inail e Inps soddisfacente, l’eliminazione del punteggio reputazionale e la definizione di contratto ben preciso. Riconvocheremo il tavolo questa settimana: credo che potremo creare qualcosa di davvero avveniristico”.