Approvato ieri mercoledì 14 giugno dal Parlamento europeo l’aggiornamento della Direttiva sulle batterie. La finalità è quella di garantire che, al termine del loro ciclo di vita, le batterie possano essere riutilizzate o riciclate.
Il mercato delle batterie sta assumendo sempre più una dimensione strategica. Secondo le attuali previsioni, entro il 2030 saranno almeno 30 milioni i veicoli elettrici a emissioni zero immessi sulle strade dell’Ue. Anche se le auto elettriche apportano un contributo rilevante alla riduzione delle emissioni di gas serra, l’elettromobilità paga lo scotto di uno svantaggio competitivo a livello ambientale: le batterie.
Le nuove regole sono legate al piano d’azione Ue per l’economia circolare, alla strategia industriale dell’Unione e mirano a coprire l’intero ciclo di vita dei prodotti, dalla loro progettazione al consumo, fino al loro riciclo in nuovi prodotti.
Gli eurodeputati chiedono l’introduzione di una nuova categoria di batterie, quelle utilizzate per alimentare i “mezzi di trasporto leggeri” come biciclette o scooter elettrici, a causa del loro crescente utilizzo. Questa nuova categoria andrebbe ad affiancarsi alle classi di batterie portatili già esistenti, come quelle automobilistiche e quelle industriali.
Secondo le stime disponibili, entro il 2030 la domanda globale di batterie potrebbe aumentare di quattordici volte e che il fabbisogno per l’Ue potrebbe rappresentare il 17 per cento della domanda globale.
Tanti i fattori che ne spiegano il successo: l’ascesa dell’economia digitale, lo sviluppo delle energie rinnovabili e l’avvento della mobilità a basse emissioni di carbonio. Il crescente aumento di veicoli elettrici alimentati a batteria, renderà questo mercato strategico a livello mondiale.
Molti anche i problemi però connessi alla produzione e all’utilizzo delle batterie. La produzione di batterie dipende fortemente dalle importazioni di materie prime critiche e in particolar modo quelle di cobalto, litio, nichel e manganese, dei metalli a impatto ambientale e sociale molto elevato.
Proprio per contrastare la violazione dei diritti umani, connessi ai processi produttivi e garantire batterie più etiche, le nuove regole introducono un obbligo di diligenza per i produttori. Secondo il testo, i produttori dovrebbero essere tenuti a rispettare standard di gestione dei rischi sociali ed ambientali, legati all’approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio di materie prime e materie prime secondarie. Tutti gli operatori economici che immettono batterie sul mercato dell’UE, ad eccezione delle Pmi, saranno tenuti a sviluppare e attuare questa politica di diligenza.
Le batterie dovranno inoltre disporre di un’etichetta indicante la propria impronta di carbonio. Questo indicatore servirebbe a rendere più trasparente l’impatto ambientale di ogni batteria. Questo sarà obbligatorio per le batterie dei veicoli elettrici, le batterie dei mezzi di trasporto leggeri e le batterie industriali ricaricabili con una capacità superiore a 2kWh. Servirà inoltre a regolamentare l’intero ciclo di vita delle batterie e al tempo stesso a garantire che le nuove batterie contengano livelli minimi di determinate materie prime.
Novità anche in materia di riciclo. Le nuove regole per le batterie portatili fissano obiettivi più rigidi per la loro raccolta (45 per cento entro il 2023, 63 per cento entro il 2027 e 73 per cento entro il 2030) e per le batterie dei mezzi di trasporto leggeri (51 per cento entro il 2028, 61 per cento entro il 2031).
Il nuovo quadro normativo prescrive inoltre l’obbligo di raccolta gratuita per gli utenti finali di tutti i rifiuti prodotti da mezzi di trasporto leggeri, batterie per autoveicoli, veicoli industriali e veicoli elettrici, indipendentemente dalla loro natura, composizione chimica, condizione, marca o origine.