Realizzato tra il 1914 e il 1916 dall’ente morale laico “Asilo Savoia”, il grande e monumentale edificio tra via Monza, via La Spezia e via Isernia è oggi sede di numerosi servizi dell’Asl. L’ente, con l’evoluzione normativa, è diventato prima Ipab e ora Asp, Azienda servizi pubblici.
L’estesa area, fino agli anni Settanta destinata ad un orfanotrofio gestito da suore salesiane, ospitava uno splendido giardino: poi è stato affittato alla Asl e la proprietà ha pensato bene di monetizzare gli ex spazi verdi realizzando numerosi box e un parcheggio al posto dello storico giardino, con i maestosi alberi buttati giù nel 2007 con seghe elettriche e corde direzionali tra le proteste, i pianti e le vane raccolte di firme da parte degli abitanti della zona. Le immagini qui sopra sono eloquenti: oltre a splendidi cipressi, a sparire dal panorama anche maestose palme.
Ad ulteriore testimonianza di quanto avvenuto, sul sito Romavissuta è ancora presente un appello del 2007 contro la distruzione di quell’antico spazio verde: “Ricevo questo comunicato dal Comitato cittadini via Monza, via Isernia e via La Spezia e lo pubblico, affinché si diffonda quella che è la vera natura dei parcheggi sotterranei a Roma: un arraffar denaro a più non posso, distruggendo la storia di Roma e facendone scempio – si legge nel sito. I cittadini del Comitato ricordano nella nota che l’Asilo Savoia amministra i beni, “in particolare un’area (catastalmente contraddistinta al foglio n. 926 particelle 30 e 212), sulle cui ‘rovine’ del giardino è sorto un parcheggio superficiale spontaneo, in uso allo stesso organismo e all’Asl Roma C, conduttrice di gran parte dello storico ed imponente edificio”.
Il Comitato sottolinea, inoltre, “lo scopo prettamente economico e affaristico dell’intervento”, ricordando che nella delibera si legge: “L’Opera Pia Asilo Savoia intende accrescere la consistenza patrimoniale dell’Ente dando corso all’utilizzazione del sottosuolo”. Più chiaro di così.
Ma il problematico rapporto con il “verde” è continuato nel tempo. A ridosso dei parcheggi ci sono delle aiuole oggi ridotte ad un ammasso di sterpaglie, anche in questo caso eloquente l’immagine che pubblichiamo. Un’area spesso piena di immondizia. Sono rimasti appena sei alberi, spogli. Uno spettacolo davvero poco edificante come recentemente riportato da diversi organi d’informazione, tra cui l’agenzia di stampa Agr e alcune note testate locali quali La Cronaca di Roma e In libera uscita.
Non solo a causa del giardino cancellato e dello stato attuale del “verde”, i rapporti tra gli abitanti del comprensorio e l’Asilo Savoia continuano ad essere problematici. Soltanto qualche giorno fa, proprio dal palazzo dove l’Asilo Savoia ha diverse proprietà, in via Isernia, i “soliti ignoti” (probabilmente gli ospiti di una struttura vacanziera extra alberghiera, le indagini sono in corso) hanno vandalizzato il condominio e lanciato di sotto di tutto per tre notti tra le urla dei vicini. Un estintore, scagliato da una finestra, è finito sul tetto dell’autorimessa sottostante, come riportato da diversi giornali (Inpressmagazine, 7Colli, TerzoBinario, NewTuscia). Così come sono finiti schiantati dopo un volo di diversi piani i resti di due sedie, stampelle, rotoli di carta igienica. Una grande lampada, un quadro, bottiglie, una scopa e resti alimentari sono “planati” invece nel parcheggio della Asl. Uova e mele hanno preso di mira le serrande dei box sottostanti.
“Abbiamo scritto all’Asilo Savoia perché perlomeno mandassero qualcuno a ripulire bene la nostra saracinesca, i muri limitrofi e lo spazio antistante il box, dopo aver provveduto noi stessi a farlo ‘alla bell’e meglio’ – racconta una coppia. “In alternativa abbiamo chiesto il rimborso simbolico di 50 euro per i detersivi e i materiali di pulizia. Ci hanno risposto che ‘alla luce di quanto avvenuto’ ci invitavano ‘ad esporre agli organi preposti quanto accaduto al fine di evitare danni a persone e cose’. Ma che significa? Una presa in giro? Anziché fornirci informazioni dettagliate di quanto accaduto e degli eventuali responsabili, si sono limitati ad una riga di risposta. Non dovrebbero essere loro, tra l’altro, a prevenire danni a persone e cose? Il loro pulitore, della ditta Premium Clean, era giustamente esasperato per aver raccolto sacchi strapieni di materiali sia nell’edificio di via Isernia sia appena sotto le finestre – spazio scontornato in rosso dal titolare in una foto – ma si sono ben visti, finora, dal raccogliere quanto è ancora sul tetto dell’autorimessa o a ripulire davanti ai nostri box. Facendo così non fanno altro che esasperare l’insofferenza verso il loro modo di gestire le cose”.
Ad oggi l’Asilo Savoia non ha ripulito le saracinesche.
Gli abitanti s’interrogano anche sul fatto che un’Azienda di servizi pubblici, le cui proprietà immobiliari un tempo erano finalizzate ad ospitare orfanelli o persone in difficoltà, oggi destini le proprie abitazioni a case vacanze o comunque a servizi extralberghieri.
Il giornalista Valerio Valeri, al suo articolo uscito su RomaToday soltanto qualche settimana fa, dà un titolo eloquente: “Così Asilo Savoia si è presa i servizi sociali di Roma”. E spiega che mentre per anni l’azienda per i servizi alla persona Asilo Savoia “ha operato con il freno a mano tirato”, dal 2019 in poi “ha mollato gli ormeggi allargando sempre di più la sua presenza e la sua influenza nel settore del sociale a Roma e provincia”. C’è da chiedersi, visto quanto avviene tra via Monza e via La Spezia, con quale indice di gradimento da parte dei cittadini.