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Bologna: aprirà ad ottobre parco agroalimentare più grande del mondo

Fico-Eataly-WorldSi chiama “Fico Eataly World” e, assicurano i promotori, sarà il parco agroalimentare più grande del mondo. Aprirà a Bologna ad ottobre ma già fervono i preparativi. In questi giorni un piccolo appezzamento è stato seminato con diverse varietà di graminacee, crucifere e leguminose, cominciando ad operare per la trasformazione di un terreno di riporto dell’ex mercato ortofrutticolo, mai coltivato prima. La semina dell’area dedicata all’agricoltura biodinamica è stata affidata alla cooperativa “La Collina” di Reggio Emilia, che seguirà la coltivazione dimostrativa nella Fabbrica Italiana Contadina in forza di un accordo con l’associazione del settore, per promuovere la conoscenza di questo tipo di agricoltura sostenibile.

Questo “Parco del cibo”, insieme a fabbriche di produzione, ristoranti, mercato, aree permanenti dedicate alla cultura e alla didattica, includerà esempi di biodiversità italiana, in particolare appenninica, attraverso due ettari di campi e stalle all’aria aperta. Con 200 animali e 2.000 cultivar offrirà l’occasione di conoscere l’agricoltura italiana e di vivere l’esperienza diretta dei nostri territori, attraverso coltivazioni a bassissimo impatto ambientale.

“Rispetto alle altre tecniche agronomiche convenzionali – hanno spiegato Andrea Ferretti ed Enea Burani della “Collina” all’Agi – i terreni vengono gradualmente sviluppati fino a ottenere uno stato ricco, friabile, ben strutturato e ben drenato, attivando forze e organismi che lavorino per la creazione di humus e sostanza organica viva nel terreno”.

“Portare l’agricoltura biodinamica a Fico – ha sottolineato Tiziana Primori, amministratore delegato di Fico Eataly World – consentirà a milioni di persone di conoscere e sperimentare dal vivo l’importanza di una agricoltura sostenibile, buona per le persone, la salute e l’ambiente, di grande valore culturale ed etico. Anche simbolicamente, la semina di oggi restituisce questi terreni alla loro vocazione e li rende fertili, capaci di far crescere valori, come l’amore e la conoscenza della natura, fondamentali per il nostro futuro”.

E Andrea Segré, presidente della Fondazione Fico, ha spiegato che “l’agricoltura biodinamica, grazie alla lettura introdotta da Rudolf Steiner, ci incoraggia a coltivare una dimensione spirituale nel legame intimo con la terra, a tutto vantaggio della qualità degli alimenti e della fertilità futura dei nostri campi. Come preside della facoltà di Agraria all’Università di Bologna avevo siglato un pionieristico accordo con i produttori biologici e biodinamici di Federbio. Nel tempo ho approfondito l’impegno di una paladina del biodinamico, la fondatrice del Fai Giulia Maria Crespi. Per questo sostengo che agricoltura significa anche paesaggio, biodiversità, vuol dire quindi turismo e messa in sicurezza del patrimonio naturale. Da questi presupporti partiremo con le iniziative della Fondazione Fico per l’educazione alimentare e alla sostenibilità: progetti rivolti innanzitutto alle giovani generazioni, alle quali affideremo presto il testimone del pianeta”.

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