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Lampedusa volta le spalle alla sindaca Nicolini

lampedusaSi è chiusa ieri la tornata elettorale che ha coinvolto numerosi comuni italiani. Elezioni amministrative segnate da tanti colpi di scena, fra cui il crollo del M5S che non ha raggiunto nessun ballottaggio nei principali centri d’interesse. Ma fra i dati venuti fuori dalle urne, al di là del mero conteggio fra le parti politiche, uno risulta di interesse, se vogliamo, sociologico. Ci riferiamo alla sconfitta della sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini.

Da anni la Nicolini si è attestata come baluardo dell’accoglienza, in un’isola che da sempre è stata snodo e punto di arrivo di tanti migranti del mare, tanto che l’Unesco ha deciso di premiarla con il premio per la Pace. Ad oggi la Nicolini è componente della segreteria nazionale del Pd è stata una delle quattro donne “simbolo dell’eccellenza italiana” che ha accompagnato il premier Matteo Renzi alla Casa Bianca per la cena con l’ex presidente degli Stati Uniti, Obama.

Questo, ad urne chiuse, sembra essere stato interpretato dai i cittadini dell’isola siciliana più come un malus, che come un punto a suo favore. Anzi i lampedusani sembrano aver visto, in questo eccesso di zelo, una sindaca uscente più concentrata sull’accoglienza dei migranti che sulla cura delle reali esigenze della sua terra.

A dare la spallata elettorale è stato Salvatore, detto Totò, Martello che, con 1.566 voti, ridiventa sindaco di Lampedusa e Linosa dopo quindici anni. Secondo arrivato è Filippo Mannino che andrà all’opposizione e che ha raggiunto il traguardo dei 1.116 voti. La Nicolini è arrivata terza e fuori dall’amministrazione con 908 voti, non riuscendo nemmeno ad avere consiglieri di opposizione. Quarta ed ultima la ex senatrice, Angela Maraventano che è riuscita a racimolare appena 231 voti.

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