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Filiera corta: a Roma apre il primo Alveare vegan d’Italia

Alveare-in-festaProdotti alimentari e non solo che derivano da lavorazioni amiche dell’ambiente e degli animali: cibo e detergenza naturale, a filiera corta e vegan.

A Roma, a due passi da piazza Vittorio, la start-up “L’Alveare che dice Sì!”, apre il primo Alveare “cruelty free” d’Italia. L’indirizzo è Salotto Caronte (via Machiavelli, 23) nel quartiere Esquilino.

La start-up è nata nel 2016 e incubata presso Treatabit, il percorso per le start-up digitali dell’Incubatore I3P del Politecnico di Torino. Ma il progetto ha origine in Francia nel 2011 con il nome di “La ruche que dit oui”, e da subito ha ottenuto un enorme successo.

L’Alveare, attraverso il proprio portale, permette a produttori locali e cittadini di unirsi per sostenere il consumo di prodotti freschi, genuini e a chilometro zero.

“Il nostro obiettivo è proporre un listino di prodotti completamente cruelty free, coinvolgendo anche aziende che stanno approcciando da poco questo tipo di mercato – spiega Roberta Seclà, gestore dell’Alveare Salotto Caronte. “Vogliamo dare un segnale propositivo a favore dei prodotti vegetali e stimolare le aziende a modellare la loro offerta in questa direzione. Avremo prodotti alimentari e non solo che derivano da lavorazioni amiche dell’ambiente e degli animali: cibo e detergenti naturali, a filiera corta e vegan al cento per cento”.

E’ quindi possibile acquistare la frutta e la verdura dell’azienda agricola Gabriele Vittori, le dolcezze della Biscotteria Suljima, i cereali e i legumi dell’azienda agricola Andrea Funghi, il romanissimo Caffé Wet, i detersivi naturali de Il Sapone del Bianconiglio, i funghi dell’azienda agricola Moretti, il pane del Bioforno del Borgo. Non mancano novità come quelle proposte dall’azienda Dall’Albero che lavora, con tecniche casearie tradizionali, latte di mandorle e crema di anacardi autoprodotte, creando alternative vegetali ai latticini senza ingredienti di origine animale. Il Giardino degli Ulivi fornisce invece un olio extravergine ricercato, estratto da olive denocciolate ottenute evitando qualunque tipo di diserbante, fertilizzante o concime chimico.

Le ordinazioni e il pagamento avvengono on-line, mentre la distribuzione dei prodotti avviene una volta alla settimana in un luogo “fisico” come un bar, una sala dell’associazione o, per l’appunto, un bistrot come il Salotto Caronte.

“A noi piace definirci un salotto con cucina e lavoriamo solo con materie prime fresche e d’eccellenza – spiega Fabrizio, proprietario del Salotto Caronte. “Il progetto dell’Alveare rispecchia in pieno la nostra filosofia gastronomica e la proposta di ospitarlo ci ha entusiasmato fin da subito”.

“Con ‘L’Alveare che dice Sì!’ vogliamo dare il giusto valore al cibo e a chi lo produce – spiega Eugenio Sapora, responsabile nazionale della rete dell’azienda. “Con il primo Alveare vegan vogliamo supportare coloro che scelgono di eliminare i prodotti derivati dagli animali, dando loro la possibilità di affidarsi a produttori sicuri e rispettosi dell’ambiente”.

(Gi.Ca.)

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