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Tari: come chiedere il rimborso per gli aumenti in bolletta

tariDa settimana sentiamo parlare delle questione dei rimborsi della Tari. Per chi non ne fosse a conoscenza, la tassa dei rifiuti entrata in vigore nel 2014 è stata oggetto di un aumento a causa di calcoli illegittimi, facendo crescere gli importi su box e cantine. Una scoperta venuta fuori della risposta del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta al question time presentato in commissione Finanze alla Camera da Giuseppe L’Abbate del Movimento 5 Stelle, riguarda i criteri seguiti in una serie di Comuni, grandi e piccoli, per applicare la “quota variabile” del tributo. Accanto alla “quota fissa”, che va moltiplicata per i metri quadrati, la Tari prevede infatti una parte variabile, che cambia in base al numero degli abitanti dell’immobile e serve a parametrare il conto alla quantità di rifiuti prodotti. Proprio questa funzione della parte variabile, ribadisce il dipartimento Finanze, determina il meccanismo per il calcolo, che deve applicare la quota variabile una sola volta anche quando l’appartamento è completato da cantine, box e solai. Nei Comuni con l’errore, la quota variabile è stata invece ripetuta per ogni pertinenza autonoma dal punto di vista catastale, gonfiando il conto finale.

IL RIMBORSO

Svelato l’errore c’è la possibilità per il cittadino di chiedere il rimborso se nella sua bolletta è presente l’aumento ingiustificato. I risarcimenti possono guardare indietro fino al 2014, data di nascita del tributo, e le richieste vanno presentate in carta semplice, senza troppe formalità. Il cittadino dovrà di indicare tutti i dati che servono a “identificare il contribuente, l’importo versato e quello di cui si chiede il rimborso”, specificando anche la pertinenza che ha generato l’errore. Per richiedere il rimborso ci sono cinque anni di tempo.

ESCLUSA LA TARES

È il ministero dell’Economia a dettare e a mandare agli utenti le istruzioni per sciogliere i nodi creati dai calcoli sbagliati sul tributo rifiuti. È da esclude la possibilità di chiedere rimborsi anche per il 2013, quando era in vigore un tributo (la Tares) caratterizzato dalle regole poi ereditate dalla Tari, come spiega la stessa circolare.

UNICA UTENZA
Per dare una quadra al caos creato, la circolare del ministero spiega che quella giusta è solo la via maestra, significa che casa, garage, cantina e solaio sono un tutt’uno: la somma della loro superficie serve a calcolare la quota fissa, e la quota variabile va aggiunta una volta sola. Quindi l’ ”utenza domestica deve intendersi comprensiva sia delle superfici adibite a civile abitazione sia delle relative pertinenze”.

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