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“Fico” a Bologna, superati i 100mila visitatori

FicoFico”, acronimo di Fabbrica Italiana Contadina, rappresenta l’ultima scommessa dell’imprenditore Oscar Farinetti (Eataly): costruire un enorme parco agroalimentare che si ponga come simbolo dell’eccellenza enogastronomica made in Italy.

Le parole d’ordine: biodiversità, vista l’incredibile varietà del suolo italiano; buona cucina, quella cultura tipicamente nostrana da esportare in tutto il mondo; genuinità, prodotti il cui percorso è trasparente dalla “genesi” alla vendita.

Nei 100 chilometri quadrati situati appena fuori Bologna, disposti e organizzati dall’architetto Thomas Bartoli, si animano coltivazioni, allevamenti e, ovviamente, luoghi di ristoro. Un percorso propedeutico di eccellenza enogastronomica, il cui gran finale è l’assaggio.

Numerosi i tour guidati che è possibile intraprendere per comprendere meglio i processi dietro la preparazione dei cibi. Iniziamo questo viaggio con tre realtà significative di altrettanti settori.

fico-02Ribaltando il classico “dulcis in fundo”, cominciamo da una rinomata pasticceria siciliana, Palazzolo, che a “Fico” rappresenta il settore della produzione dolciaria di qualità.

Nata a Cinisi nel 1920 con un piccolo laboratorio di dolci tipici, è oggi una realtà con 32 dipendenti. Fortemente legata ai valori di qualità e tradizione sui quali è stata fondata, è però strutturata secondo procedure e tecnologie all’avanguardia. Per più di novant’anni le sfide del mercato e dell’economia sono state superate con la passione e l’impegno e con la volontà di rispondere sempre al meglio alle aspettative dei clienti e talvolta anticiparne le esigenze. La ricerca continua di miglioramento e l’uso di materie prime pregiate sono state le linee guida della mission: hanno consentito all’azienda siciliana nel tempo di fortificare il proprio marchio, rendendolo una garanzia per la clientela e di raggiungere importanti obiettivi. Nel 2007, ad esempio, ha ottenuto da AgroQualità la certificazione Iso 9001:2008 per ricerca, sviluppo, produzione e somministrazione di prodotti di pasticceria, gelateria e gastronomia, servizi di catering e bar e il riconoscimento CE per l’esportazione in tutta Europa. Detiene inoltre la certificazione Italcheck per l’origine Made in Italy dei suoi prodotti.

Palazzolo da anni è inserita in numerose guide del settore e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, E’ presente con uno show-room all’interno dell’aeroporto internazionale di Palermo; opera già online con un sistema di e-commerce; è presente con tre punti vendita in Europa: due a Rouen, in Normandia, ed uno a Barcellona. Ed ora a “Fico” a Bologna.

Santi Palazzolo, amministratore unico dell’azienda, è membro dell’Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani e, dal 2015, consigliere d’amministrazione all’Università di Scienza Gastronomiche di Pollenzo. E’ noto anche per aver denunciato senza scrupoli nel 2015 una richiesta di tangente.

Tra le 40 fabbriche alimentari presenti a Bologna, unico ristorante vegetariano è Giardinocaratterizzato da una presentazione delle pietanze “in vasetto”.

Il menù è strutturato e pensato utilizzando principalmente proteine vegetali e si compone di ricette già pronte, primi piatti e fritti di verdure di stagione preparati sul momento. Alcune delle proposte sono servite all’interno di vasetti di vetro cosicché si possa per prima cosa goderne con gli occhi e in seguito col palato.

Inoltre l’utilizzo del vetro permette di non disperdere il sapore delle pietanze, che rimane intatto fino all’ultimo boccone, per una dieta ricca di tutti i principi nutritivi di cui il nostro corpo ha bisogno. Ogni vasetto racchiude un gusto diverso, che richiama quello di ricette italiane e mediterranee. Si può scegliere tra vasetti di ricette complete, ad esempio cous cous, fagioli bianchi e cipolline borettane fresche, oppure tra vasetti con ingredienti singoli come il friggione o la peperonata.

Verde è la parola d’ordine che contraddistingue lo spazio intorno al quale si sviluppa Giardino. Un colore che si esprime in tutte le sue sfumature attraverso l’utilizzo di diversi materiali. Il bancone in marmo e decorato con carta da parati è l’elemento principale. Tutto intorno, i tavoli in ferro, le grandi sedie di vimini e le piante riempiono lo spazio, immersi in quello che sembra essere un vero e proprio giardino mediterraneo.

Dalla terra al bicchiere” è invece il motto di Baladin, birrificio dalle usanze tradizionali che nella sua Fabbrica Contadina presente in fiera, racconta e prepara la birra artigianale.

Il birrificio presenta anche un’area didattica annessa e una zona dedicata alla somministrazione con hamburgeria. Inoltre, per poter rappresentare l’Italia della birra artigianale indipendente, ha preso in carico la gestione di un beer shop con l’idea di fornirne uno spaccato accuratamente selezionato: sono oltre quaranta le birre artigianali rappresentate.

Teo Musso, fondatore e mastro birraio di Baladin: “Da sempre il pensiero che guida Baladin si sviluppa sul concetto di creare cultura che possa favorire la diffusione della conoscenza della birra artigianale. Nel corso della mia vita professionale ho impiegato tutte le mie energie con lo scopo di far conoscere questo splendido prodotto della Terra tanto da trasformare il mio birrificio in un’azienda agricola per diventare responsabile, fin dal campo, delle mie birre. Essere a ‘Fico’ ci permette di amplificare questo messaggio arrivando ad un grande numero di persone. Ci impegneremo nel farlo nel miglior modo possibile anche attraverso l’aiuto dei colleghi che coinvolgeremo, in futuro, in questo processo di formazione. Dico da sempre che la ‘Birra è Terra!’: qui lo potremo dimostrare facendo toccare con mano ai visitatori la materia prima e mostrando loro, nei giusti tempi dettati della natura, come si coltiva, direttamente nei campi dimostrativi presenti a Bologna.

L’impianto, realizzato in Italia dalla ditta Spadoni, dispone di una sala cottura da 600 litri e di una cantina di fermentazione con capacità nominale di 4.800 litri.

Insomma, “Fico” può costituire l’ennesima vetrina d’eccellenza per il “made in Italy”. Il successo di pubblico dei primi giorni è benaugurante.

(Gi.Ca.)

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