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Ricerca: nei giovani italiani sempre alta la voglia di impresa

Young Business Talents è un simulatore d’impresa rivolto a ragazzi da 15 a 21 anni. Permette di esercitarsi a prendere decisioni di ogni tipo all’interno di un’azienda. Il concorso a esso legato è a più livelli, regionale, nazionale e internazionale. Organizzato da Praxis Mmt, la software house spagnola che ha sviluppato il simulatore allo scopo di aiutare i giovani e, di conseguenza, le famiglie, a costruire un futuro migliore, si svolge ogni anno in Spagna, Italia, Messico, Portogallo e Grecia e dà ai giovani l’opportunità di sperimentarsi in decisioni di general management. La finale italiana si è svolta a Sesto San Giovanni (Milano) nello scorso mese di aprile.

E’ stato pubblicato nei giorni scorsi il Rapporto Young Business Talents, un’indagine interessante in quanto frutto di un campione di 5.500 giovani, cioè i partecipanti a questa edizione. L’iniziativa è stata condotta per identificare gli atteggiamenti e le tendenze dei giovani studenti pre-universitari italiani in merito alle questioni più rilevanti che potrebbero incidere sul loro futuro e su quello della società nel suo insieme. Il questionario era articolato in dieci domande.

Ciò che emerge è una grande voglia di impresa da parte dei giovani italiani. Il 43,15 per cento dei pre-universitari del nostro Paese intende infatti avviare un’attività professionale imprenditoriale in futuro, mentre soltanto uno studente su quattro ritiene che il posto di lavoro come pubblico dipendente dia maggiori garanzie per il futuro.

In Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Toscana, la percentuale di giovani maggiormente proposti all’imprenditorialità supera il 54 per cento, il 23 per cento in più rispetto all’area centrale costituita da Abruzzo, Lazio e Marche, la cui percentuale di giovani che preferisce tale sbocco è del 41,32 per cento. La percentuale più bassa del Paese.

Si rileva inoltre un’estrema disponibilità tra i giovani italiani a trasferirsi per motivi di lavoro. L’85,4 per cento degli studenti interpellati si trasferirebbe in un’altra regione per motivi di lavoro (+1,59 per cento rispetto al 2016). L’83,27 per cento sarebbe disposto a trasferirsi in un altro Paese pur di migliorare la propria posizione lavorativa. Nel 2016 tale percentuale era dell’85,30 per cento, quindi è in leggero calo.

Le città preferite per motivi professionali sono, nell’ordine: Milano con il 35,1%, Roma (11,77%), Firenze (6%), Bologna (3,91%), Torino (3,48%) e Venezia (2,36%). I Paesi preferiti in opinione degli interpellati sono gli Stati Uniti con il 19,64%, seguiti da Regno Unito (8,56%), Spagna (7,19%), Germania (6,62%), Australia (6,61%) e Svizzera (3,73%).

Analizzando le scelte del tipo di attività lavorativa in base al genere, possiamo osservare differenze significative tra studentesse e studenti. In generale, uno studente su due preferisce la via dell’imprenditorialità (49,9%), mentre per le studentesse c’è più equilibrio, dove prevale leggermente il desiderio di avviare un’azienda propria (35,92%).

Gli italiani occupano il terzo posto del ranking, meglio solo della Spagna, in termini di preferenze nei riguardi dell’imprenditorialità.

Tutti ritengono particolarmente importanti, nell’ambito della loro formazione, le esercitazioni svolte a lezione che vanno a integrare la teoria e giudicano assai positivamente l’utilizzo di simulatori di gestione aziendale in tale processo.

(Gia.Cas.)

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