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Cento anni fa nasceva Nilla Pizzi

Il ricordo di Nilla Pizzi rimanda ad un mondo che non c’è più. L’artista di Sant’Agata Bolognese, nata esattamente cento anni fa, ha personificato il talento più autentico e spontaneo, la voce più invidiata in radio e sul palcoscenico di Sanremo, il mito da serata indimenticabile nei teatri, l’incarnazione della passione, del dinamismo e dell’abile comunicazione (per prima ha usato le cartoline postali con le sue immagini per scambiare informazioni con il pubblico) di un’Italietta che si leccava le ferite della guerra, ma che riusciva a risorgere anche grazie alla creatività e alla voglia di riscatto.

La Regina della canzone italiana è andata oltre ai successi immortali come “Grazie dei fiori” o “Papaveri e papere”, rappresentando soprattutto un fenomeno di costume, di liberazione, di affrancamento, di rinascita concreta e genuina dell’Italia più profonda e delle infinite comunità di connazionali all’estero. In molti suoi motivi, apparentemente banali nel loro essere orecchiabili, in realtà ci sono posizioni ben precise in termini di emancipazione, di diritti, di orgoglio nazionale. Convinzioni che lei è fatto sue anche nella vita di tutti i giorni.

Insomma, un’artista autentica, moderna, fuori dagli schemi. Quindi nulla a che vedere con numerose interpreti seguenti, comprese molte contemporanee, costruite principalmente dall’industria del business.

Non a caso diventa difficile, nell’Italia di plastica e artefatta dalle star d’importazione figlie della globalizzazione, persino mantenere vivo il ricordo di un’artista vera, sanguigna e di grande spessore della musica italiana, che ha cantato insieme ai maggiori interpreti internazionali del suo tempo. La Regina ha manifestato sempre uno spirito unico e una grazia infinita, virtù che hanno animato questa donna carismatica nel corso del lunghissimo cammino umano, è scomparsa a 92 anni nel 2011, e della rilevante esperienza artistica.

Nilla Pizzi ha significato principalmente una voce singolare e melodiosa, inalterata fino alla fine, perfettamente in linea con i suoi tempi. Resta unica nell’essersi piazzata contemporaneamente al primo, al secondo e al terzo posto a Sanremo. Orgogliosa portabandiera del nostro Paese nel mondo. Mito assoluto che ha visto nascere il primo fan club della storia della canzone italiana, chiamato “Il salottino di Nilla” a Torino.

 

La biografia. Nella sua storia moderna, la canzone italiana ha avuto tantissimi esponenti che diedero vita ad un genere unico e apprezzato in tutto il mondo. E se il tempo e le note hanno incoronato Re della musica nostrana il grande Claudio Villa, la sua Regina senza ombra di dubbio ne è la straordinaria Nilla Pizzi.

Oggi 16 aprile 2019 si celebrano i 100 anni dalla nascita di Adionilla Pizzi che in quel lontano 1919 a Sant’Agata Bolognese, ridente comune in Emilia Romagna, dava dimostrazione della sua prestanza canora con i suoi primi vagiti.

Figlia di Angelo, agricoltore che curava anche la manutenzione stradale per conto del comune, e di Maria, sarta a domicilio, Nilla Pizzi aveva due sorelle minori, Liliana e Denisa, le quali in seguito daranno vita ad un laboratorio di maglieria molto rinomato in paese.

Nonostante il contesto umile e proletario, la giovane Adolina fin da subito dimostrala sua propensione verso una vita artistica più che da bottega. Ancor prima che per la sua voce, è stata ammirata dal pubblico per la sua bellezza partecipando la sera del 4 novembre 1938, appena diciannovenne, in uno spettacolo per i soldati del 59º Fanteria di Bologna, organizzato per la festa delle Forze Armate, e nel 1939 alle rassegne di bellezza “Cinquemila lire per un sorriso”, ideato dal pittore e grafico pubblicitario Dino Villani, concorso che fu in un certo senso l’antesignano della futura manifestazione Miss Italia.

Siamo nel 1942 quando la sua potente voce la fa conoscere al grande pubblico, facendole vincere, davanti a diecimila concorrenti, un concorso per Voci Nuove indetto dall’Eiar (la futura RAI-Radiotelevisione italiana), interpretando i brani Tu musica divina, successo di Alberto Rabagliati e Domani non m’aspettar, già cavallo di battaglia di Oscar Carboni.

Il 20 febbraio 1944 incide il suo primo disco per la Parlophon, duettando con Bruna Rattani in Valzer di primavera e accompagnando Elsa Peyrone in Ronda solitaria. Ma con le prime celebrazioni arrivano anche le prime censure. Erano gli anni della guerra e la Pizzi viene allontanata dalla radio dopo un giudizio negativo sentenziato dal maestro Tito Petralia nella primavera del 1944, a causa della sua voce considerata troppo sensuale ed esotica per il regime fascista.

Firmato l’armistizio e ripresa la vita normale, l’Italia ritorna ad ascoltare la bellissima voce della Pizzi con i

suoi primi grandi successi come i brani “O mama mama”; “Che si fa con le fanciulle?”; “Dopo di te”; “Avanti e indrè”; “Bongo bongo” e “Oh papà”.

E arriviamo al 1951. Nilla Pizzi vince la prima edizione del Festival di Sanremo nel 1951 con il brano ormai mitico “Grazie dei fior”, posizionandosi anche al secondo posto con “La luna si veste d’argento”, cantata in duo con Achille Togliani, visto che in quegli anni artisti era permesso portare in gara più di una canzone.

Quello che oggi calcisticamente parlando, viene conosciuto come il “triplete”, la Pizzi lo porta a casa l’anno successivo conquistando l’intero podio del Festival con le canzoni “Vola colomba”, “Papaveri e papere” e “Una donna prega”.

È il momento di maggior successo per Nilla che in quegli anni fa la sua apparizione che in numerosi film e trasmissioni radiofoniche. Da buon mito nazionale viene anche investita dai primi fatti di gossip del mondo dello spettacolo italiano. Sono molte le relazioni d’amore che le vengono attribuite, la più famosa delle quali è stata con il cantante Gino Latilla, che per lei tenterà il suicidio.

È un decennio d’oro, per quella che è ormai considerata dall’intero paese la Regina della musica italiana.

Nel 1952 vince il primo Festival di Napoli con “Desiderio e sole”; mentre nel 1953 si piazza seconda a Sanremo con “Campanaro”, cantata in coppia con Teddy Reno. Vince il Festival di Velletri nel 1957 con “Dicembre ha portato una canzone”, in coppia con Nunzio Gallo e nel ‘58 arriva seconda e terza a Sanremo con “L’edera” e “Amare un altro”, ripetute da Tonina Torrielli e da Gino Latilla.

Siamo nel 1959 quando i due monarchi della canzona italiana, il Re Claudio Villa e la Regina Nilla Pizzi, vincono il Festival di Barcellona con la canzone il “Binario”. Sempre in quell’anno vince il Premio della Critica del Festival della canzone italiana (Premio della Critica Sanremese) con “Adorami” e riesce anche a piazzarsi terza al Festival di Napoli con “Vieneme nzuonno” insieme a Sergio Bruni.

Finiti gli anni ’50, però, inizia un momento di rivalutazione per la Pizzi. Siamo in piena rivoluzione studentesca, dove si mettono in discussione le tradizioni culturali e sociali del Paese. Anche il mondo della musica sta vivendo una rivoluzione con l’avvento dei cosiddetti “urlatori” e del fenomeno beat. Nilla decide di aprire i suoi orizzonti oltre oceano aprendo un elegante night per miliardari ad Acapulco, dove cena con personaggi del calibro di Frank Sinatra, Sammy Davis Jr, Curd Jürgens e Caterina Valente.

Nel 1961 partecipa al Giugno della Canzone Napoletana. Nel 1962 si presenta al Primo Cantagiro dove canta “Un mondo per noi”, senza arrivare in finale. Nello stesso anno intraprende la prima di una serie trentennale di fortunate tournée in Australia, dove appare anche alla tv locale.

I decenni successivi sono costellati di numerosi successi. Ad esempio nel 1972 il suo album “Con tanta nostalgia” vince il Premio della critica discografica, allora molto ambito.

Nel 1981 Gianni Ravera la chiama a presentare il Festival di Sanremo, accanto a Claudio Cecchetto; la Pizzi è la madrina ufficiale della manifestazione nel trentesimo anniversario dalla prima edizione.

Dal 1986 al 1990 forma assieme a Carla Boni, Gino Latilla e Giorgio Consolini, il gruppo “Quelli di Sanremo”, col quale si esibisce in numerose manifestazioni e incide anche un 33 giri nel 1989.

Nel 2001 sorprende con la riedizione del singolo “Grazie dei Fiori” cantata in versione rap assieme alla boyband “2080”.

Nel febbraio 2010 è ospite d’onore durante la terza serata del Festival di Sanremo 2010, dopo l’omaggio tributatole da Carmen Consoli, che sul palco ha interpretato Grazie dei fiori: Nilla Pizzi, accompagnata sul palco da quattro giovani e con indosso un maestoso abito disegnato appositamente per lei da uno stilista napoletano, ha accennato il ritornello di “Vola colomba” dimostrando di avere ancora un’intonazione perfetta e di aver mantenuto la sua caratteristica voce bruna e ferma. Subito dopo, la cantante è stata insignita del premio Città di Sanremo.

Nilla Pizzi muore a Milano, prima di compiere 92 anni, il 12 marzo 2011.

(Domenico Mamone)

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