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Napoli: in mostra alla biblioteca Nazionale rara lettera di Leopardi

Leopardi
Fonte: Biblioteca Nazionale di Napoli

Una lettera autografa di Giacomo Leopardi indirizzata all’amico Carlo Emanuele Muzzarelli. È questo il raro cimelio esposto per la prima volta alla Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli scritta dal poeta Italiano a Bologna nel dicembre 1825. Lettera che la Biblioteca Nazionale di Napoli si è aggiudicata all’asta della Finarte di Libri, Autografi e Stampe, dello scorso mercoledì 18 novembre.

“A Napoli è conservata – spiega il direttore, Gabriele Capone – la quasi totalità del corpus delle opere letterarie, filosofiche e saggistiche leopardiane, ed anche oltre l’80% delle corrispondenze inviate da parenti ed amici allo stesso Leopardi, l’impegno della Biblioteca, pertanto, è da tempo rivolto ad incrementare il nucleo di lettere scritte dallo stesso leopardi a letterati ed amici per svelarne quegli aspetti artistici, poetici e personali legati anche a specifiche tappe di luoghi e momenti storici”.

La lettera è un documento autografo di particolare interesse bibliografico e storico, di cui si trovano riferimenti in letteratura; più volte citato negli epistolari e repertori, si rivela utile ad una maggiore comprensione della personalità del poeta: “La lettera – continua Capone – ci presenta un comportamento di Giacomo Leopardi diverso dall’abituale, sempre schivo e riservato; nella missiva, infatti, il poeta, testimonia l’apprezzamento per i versi scritti in suo onore dal conte Muzzarelli, accogliendo compiaciuto di farli pubblicare.”. Il Muzzarelli dedicò infatti al poeta il componimento “Al Conte Giacomo Leopardi”. Lo stesso fu poi pubblicato proprio nel 1825 sul “Caffè di Petronio”, un periodico settimanale diretto da Pietro Brighenti.

Questo il testo della lettera:

“Eccellenza Reverendissima, ebbi la pregiatissima sua dei 4 del corrente, delle gentilissime espressioni della quale debbo ringraziarla senza fine. Profittando della licenza che Ella me ne ha conceduta, ho fatto stampare qui le sue belle quartine in un foglietto periodico di cui le mando copia. Se Ella ne desiderasse qualche altro esemplare, vedrei di poterla servire. Le spedisco ancora per parte dei miei ospiti, che la riveriscono cordialissimamente, il certificato in favore del Dottor Guidetti, il quale insieme coi Sigg. si terrà da lei sommamente graziato, ottenendo per di lei mezzo la nota licenza. La prego a compiacersi di ritornare i miei saluti distinti alla Signora Orfei. So che ella è stata qui qualche giorno, e m’informai dove abitava, con intenzione di farle visita, ma in quel tempo appunto fui obbligato da un incomodo di salute a tenermi in casa per più settimane, e però non mi fu possibile di vederla. Ella mi conservi la benevolenza che senza mio merito mi ha conceduta, e all’occasione non mi risparmi, persuadendosi che io sono veramente di cuore e sempre sarò Di V. Ecc. Revma. Dmo Obbmo servitore. Giacomo Leopardi.”

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