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Hexagro: l’orto verticale direttamente a casa

Ripensare all’agricoltura a Km 0 attraverso un concetto di sostenibilità verticale. Prende il via qui il lavoro di Hexagro, startup milanese che sviluppa nuove tecnologie con l’obiettivo di riconnettere l’uomo alla natura.

Come suggerisce il nome dell’azienda, si parte da una delle forme più complesse e versatili in natura, l’esagono, per dare vita a soluzioni come Living farming tree o Poty che attraverso l’utilizzo di sistemi modulari consentano a tutti di coltivare prodotti freschi in ogni spazio, riducendo la catena alimentare e offrendo un’esperienza di urban farming unica.

Nata dalla tesi di laurea di Felipe Hernandez, co-founder e Ceo, sull’agricoltura rigenerativa e sulle tecnologie agricole prive di pesticidi, nel 2015, Hexagro è stata premiata tra i finalisti del Design Biomimicry Challenge e dal 2016 ha avviato le sue attività a Milano.

Ciò che rende unico il team Hexagro è un insolito mix che unisce diversità e multiculturalità, dove si incontrano ingegneri, designer, project manager e agronomi di diversi paesi, ognuno con un background di lavoro e studi in diversi continenti. Il team oggi è composto da sette persone, tutte di età inferiore ai 30 anni, tutte provenienti da contesti e ambienti culturali diversi.

Ad oggi Hexagro è tra le primissime società benefit in Italia: ciò sottolinea ancora una volta l’importante focus dello sviluppo di tecnologie e prodotti che non solo guardano alla generazione di un business sostenibile, ma soprattutto al beneficio di persone, pianeta e società.

Grazie all’uso della biomimesi e di diverse tecnologie esponenziali, che raddoppiano in potenza o velocità di elaborazione ogni anno, mentre i loro costi si dimezzano, come Intelligenza Artificiale, Stampa 3D e Internet of things, Hexagro ha creato dei prodotti modulari che producono cibo risparmiando fino al 95% di acqua rispetto all’agricoltura tradizionale e non utilizza pesticidi o fertilizzanti chimici.

Questo grazie all’utilizzo dell’aeroponica: senza l’uso del suolo, le piante sono sospese artificialmente nei vari moduli in modo che le loro radici pendono nel contenitore sottostante. Acqua e sostanze nutritive vengono spruzzate direttamente sulle radici, il che consente uno spreco minimo di risorse e un assorbimento ottimale di acqua e sostanze nutritive. Trova anche applicazione il metodo della fertirrigazione, un’irrigazione a bassa pressione che alimenta le piante con gocce di micro-nutrienti per fornire gli elementi necessari per una crescita efficiente e sana. Inoltre, un modello hardware-as-a-service garantisce inoltre di riciclare e riutilizzare tutti i materiali utilizzati nelle operazioni.

A completare il tutto è la modularità del design: ogni componente può essere sostituito o aggiornato e quindi garantire un ciclo di vita del prodotto duraturo. Tutto è incentrato su un approccio biofilico, che parte da ripensare e riprogettare i luoghi in cui viviamo e lavoriamo, in modo da riconnettere le persone al mondo naturale attraverso l’uso di materiali ed elementi architettonici che richiamano la natura attraverso i cinque sensi.

LIVING FARMING TREE

Living farming tree è un sistema di coltivazione verticale ispirato ai principi del design biofilico. Si distingue dai tradizionali sistemi di agricoltura verticale per l’uso della tecnologia aeroponica (senza suolo e con minor consumo d’acqua) e per essere un orto indoor IoT completamente automatizzato. Ciò consente agli utenti di interagire in modo semplice e divertente attraverso un’applicazione gamificata che li guida verso un raccolto di successo. Il design è completamente scalabile e modulare e può adattarsi perfettamente alla configurazione di qualsiasi ambiente interno, anche grazie alle sue finiture personalizzabili. 

L’ultima versione del Living farming tree è stata presentata in occasione della Design Week 2021 a Milano e sviluppa grandi miglioramenti dal punto di vista tecnologico ed elettronico, che permettono all’utente una rilevazione di dati ancora più sensibile e precisa, ricevendo in automatico i dati diagnostici sullo stato delle piantine e un segnale di emergenza comunicherà i livelli di acqua per l’irrigazione o lo stato di salute delle piantine.

Il Living farming tree è stato pensato per essere installato in uffici e spazi commerciali, con l’obiettivo di riconnettere dipendenti e visitatori alla natura attraverso un’esperienza di urban farming coinvolgente e insolita. Il sistema viene offerto a servizio e proprio come un distributore automatico, il Living farming tree riesce a crescere fino a 90 piante in meno di tre settimane, che possono essere portate a casa o consumate in loco da dipendenti e visitatori. Dal 2018 a oggi, Hexagro ha installato oltre 20 sistemi in Nord Italia e Europa con l’obiettivo di migliorare il benessere dei dipendenti attraverso piante edibili, e il 2021 ha visto anche la prima installazione di 5 sistemi in un centro commerciale, a Rescaldina, per creare uno spazio verde e interattivo.

POTY

Poty è un giardino verticale modulare, nato durante la crisi di Covid-19 nella primavera del 2020, in risposta all’aumento della domanda di orti domestici. Poty, pensato per spazi esterni o interni molto luminosi, quindi adatto per ogni terrazza o balcone, fino a saloni e cucine con grandi vetrate, sviluppa un sistema di fertirrigazione che nutre le piante con micro-gocce nutritive, consentendo di risparmiare il 60% in più di acqua rispetto ai tradizionali metodi di coltivazione in terra.

Poty utilizza il substrato di cocco per supportare la crescita delle piante: ciò consente all’urban farmer di coltivare una più ampia varietà di frutti e verdura. La configurazione più grande di Poty può ospitare fino a 40 piante in meno di un metro quadrato, quindi è possibile coltivare prodotti freschi di stagione tutto l’anno. Tutto gestito grazie ad un’interfaccia digitale che segue gli utenti dall’assemblaggio alla raccolta: un assistente virtuale di nome Hexbee condivide suggerimenti e trucchi per insegnare a coltivare e garantire sempre un raccolto di successo. Gioca, inoltre, un ruolo fondamentale nell’ambito della strategia di impatto di Hexagro, in quanto una parte dei ricavi delle vendite di Poty è dedicata allo sviluppo e consolidamenti di progetti sociali in Colombia, dove Hexagro sta installando torri verticali grazie alla partnership con fondazioni come Fundaces.

Hexagro era presente al Web marketing festival di Rimini tra le sei finaliste della “Startup Competition”. A margine dell’evento, InfoImpresa ha parlato con Alessandro Grampa, co-founder di Hexagro, che ha illustrato alcune peculiarità dei loro prodotti.

Dalla struttura modulare all’uso di metodi innovativi come l’aeroponica, ci può spiegare meglio come funzionano e come siete arrivati a sceglierle?

Siamo partiti dalla voglia di portare la natura in qualsiasi spazio, rendendo le nostre città più sostenibili e resilienti e allo stesso tempo consentire a chiunque e ovunque di accedere a cibi sani. Da qui abbiamo cominciato a sviluppare diversi prodotti che sono una combinazione tra alta pressione aeroponica, una tecnologia utilizzata inizialmente dalla Nasa negli anni ‘80 per produrre cibo negli altri pianeti, e la modularità estrema. Un po’ come un Lego, che lo monti e lo assembli in geometrie diverse in base alle tue necessità. Al momento diciamo che è la tecnologia più avanzata sul mercato. Da un lato permette di coltivare più varietà rispetto ad esempio ad una coltivazione di tipo idroponica e poi è molto più leggera perché elimina la serpentina di acqua che sale e scende. Funziona attraverso spruzzi nebulizzati ad alta pressione di acqua e nutrienti, questo toglie il problema di spostarne grossi quantitativi e incrementa il risparmio d’acqua fino al 98% rispetto ad una tecnologia normale. Un esempio di tutto questo è il nostro Living farming tree.

Come ha risposto il pubblico a queste innovazioni?

Sono quattro anni che lavoriamo con “progetti pilota” sia sul mercato italiano, in particolare a Milano, sia in Centro-nord Europa e abbiamo riscontrato un grande interesse. Il nostro prodotto Poty ha riscosso molta curiosità, visto che permette anche a chi non ha un giardino di coltivare in spazi ridotti, guidandoti passo passo nella coltivazione. Mentre il Living farming tree che offriamo al mondo commerciale, quindi uffici, centri commerciali e hotel, anche se ha riscosso molto interesse è un prodotto forse un po’ troppo futuristico per adesso in Italia. Al contrario in nord Europa abbiamo trovato un mercato molto più sviluppato. Ma è solo questione di tempo per avere lo stesso risultato anche qui da noi: il fatto stesso di potersi riconnettere con la natura e avere delle piante che crescono molto velocemente, di giorno in giorno, crea quella sensazione di familiarità che permette alle persone di affezionarsi, non considerando più questi strumenti solo come delle macchine che producono cibo. 

Cosa c’è dietro al design dei vostri prodotti?

Living farming tree è ispirato alla natura e abbiamo utilizzato una metodologia di design che si chiama biomimetica: guardi le forme e le geometrie della natura e provi a ricostruirle all’interno del tuo prodotto. Da un lato perché risulta un lavoro più efficiente nella gestione degli spazi e dall’altro permette alla percezione dell’utente di vedere un sistema che ha delle forme naturali, pur essendo estremamente tecnologico. Cosa che consente di apprezzarlo e ad “accettarlo” sempre di più.

I vostri strumenti, se vogliamo, vanno ad “azzerare” il concetto di filiera per alcune coltivazioni. Che rapporti avete con le realtà del settore?

In questo momento non c’è conflittualità visto che per la nostra scala di prodotto non siamo un magazzino che produce a livello industriale. Il vero problema, soprattutto in Italia o meglio nella fascia mediterranea, è che è ancora difficile accettare il cambiamento climatico in corso, che renderà impossibile tante coltivazioni. Alcune ovviamente rimarranno, ad esempio i cereali difficili da far crescere in verticale, però tutto ciò che è ortaggio fresco, diciamo produzione di quarta gamma, avrà solo che senso produrla in questo modo. Questo perché è facile capire che con quell’input e con quell’investimento, con quella ricetta di luci, nutrienti e acqua, è possibile raccogliere sempre quel preciso quantitativo di prodotti. Tutte cose che ad oggi ovviamente non possiamo controllare.

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