Case ad un euro, tante le opportunità

Sono diversi anni che alcuni piccoli centri, in genere in forte spopolamento, propongono case in vendita ad un euro, subordinate però alla loro ristrutturazione da parte dell’acquirente.

Molti borghi, specie nel Mezzogiorno, svuotati dall’emigrazione, si ritrovano spesso abitazioni di cui si ignora persino il proprietario, dal momento che grandi flussi migratori ci sono stati sin dal fine Ottocento. Così i Comuni, anche per evitare problemi di manutenzione, propongono la vendita ad un euro, anche per ripopolare una località. Spesso lo strumento è un bando di concorso con una serie di requisiti, talvolta il trasferimento della residenza nell’immobile che si acquista.

I primi comuni ad aver adottato questa politica si trovano in Sicilia. Tra questi Cammarata e Sambuca in provincia di Agrigento, Caltagirone in provincia di Catania, Leonforte in provincia di Enna, Gangi in provincia di Palermo, Floridia in provincia di Siracusa e Calatafimi Segesta in provincia di Trapani.

Due regioni particolarmente colpite dallo spopolamento, perché montane, sono l’Abruzzo e il Molise.

Nel primo caso un bando ancora aperto ha per location il comune di Penne, in provincia di Pescara. Qui l’iniziativa “Case ad un euro nel borgo di Penne” ha lo scopo di valorizzare il patrimonio immobiliare esistente. Un altro comune abruzzese con le case ad un euro è Casoli, in provincia di Chieti.

In Molise i comuni sono diversi (tra cui Sant’Elia a Pianisi, provincia di Campobasso) e negli anni scorsi addirittura la Regione ha garantito un finanziamento mensile – una sorta di “reddito di residenza” – alle persone interessante a trasferirsi nella più piccola e spopolata regione del Mezzogiorno, con l’obbligo di aprire un’attività.

Altri comuni con le case ad un euro sono Maenza, in provincia di Latina, Zingoli, in provincia di Avellino e Nulvi, in provincia di Sassari.

Infine un bando è aperto anche a Taranto.