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L’Isola di Djerba riconosciuta patrimonio dell’umanità

L’Isola di Djerba, in Tunisia, è entrata nella lista dei patrimoni dell’umanità Unesco. La decisione è arrivata durante la 45esima sessione del Comitato per i Patrimoni mondiali in corso a Riad.

Il fascicolo, dal titolo “Djerba: paesaggio culturale, testimonianza di una modalità di occupazione di un territorio insulare”,  è stato approvato nel corso della sessione, come riporta l’Ansa, grazie agli “sforzi congiunti tra i vari ministeri, alcune parti e la società civile”, ha fatto sapere il ministero della Cultura di Tunisi in una nota.

Situata di fronte alle coste della Tunisia nel golfo di Gabes e collegata al continente da un ponte romano lungo sei chilometri. La sua bellezza è valsa all’isola di Djerba soprannomi come “terra dei sogni”, “perla del Mediterraneo” e “isola dell’oblio”.

Tra acque cristalline, palme da dattero e ulivi vecchi di tre millenni, nell’antichità era conosciuta come Lotophagitis, ovvero il luogo dove Ulisse e i suoi compagni incontrano il popolo dei Lotofagi nell’Odissea.

L’isola è famosa, oltre che per la bellezza dei suoi paesaggi, anche per le testimonianze storiche e la produzione artigianale, come le ceramiche e le porcellane di Guellala, che vengono qui prodotte dai tempi di re Mida, o i cestini intrecciati a mano di Fatou.

Djerba si aggiunge così agli otto siti tunisini già inseriti nella lista del patrimonio dell’umanità, di cui sette culturali e uno naturale. I primi ad essere inseriti sono stati la Medina di Tunisi, Cartagine e l’Anfiteatro romano di El Jem nel 1979. Un anno più tardi è stato aggiunto il Parco Nazionale Ichkeul, con l’omonimo lago, ultimo grande specchio d’acqua dolce della catena che un tempo si estendeva attraverso il Nord Africa.

Nel 1986 è entrata nella lista la città punica di Kerkouane e la sua necropoli, mentre nel 1988 la Medina di Sousse e la Medina di Kairouan, mentre l’ultimo sito culturale tunisino riconosciuto come patrimonio dell’umanità era stata Dougga, oltre vent’anni fa, nel 1997.

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