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Rapporto Censis, De Rita: “La democrazia in uno stato preoccupante”

Giorgio De Rita

“L’invecchiamento della popolazione è un dato che conosciamo tutti. Ma la democrazia ha raggiunto un livello di crisi davvero preoccupante che, al tempo stesso, non rappresenta un problema di cui gli italiani hanno piena consapevolezza”.

Lo ha dichiarato Giorgio De Rita, segretario generale Censis, figlio del fondatore del Censis Giuseppe De Rita, durante la trasmissione di Cusano Italia Tv “L’imprenditore e gli altri”.

“Abbiamo parlato di un’Italia di sonnambuli, di persone non attente ai problemi e che, a tutte le età, in tutte le province italiane, finiscono per vedere i ritardi e rinunciare a mettergli mano, e questo è un primo aspetto – ha continuato De Rita durante la trasmissione condotta da Stefano Bandecchi.

“Il secondo aspetto è che sono spaventati. Gli italiani da tempo hanno preoccupazione per il futuro. E quindi vediamo un paese ricco, che ha tante opportunità, che ha tante giovani generazioni capaci, che ha tante qualità, ma che finisce per non affrontare i problemi che ha messo sotto il tappeto. Abbiamo usato l’espressione sonnambuli per dire che gli italiani non reagiscono”.

Sui giovani, invece “Non sono solo loro a vedere il futuro con grande preoccupazione. Possiamo usare l’aggettivo che preferiamo, però essere rassegnati di fronte al futuro significa non avere sfide, non avere speranze. Essere un po’ rivolti verso al passato è una caratteristica che abbiamo visto negli italiani già da qualche anno. Quello che preoccupa di più è il non riuscire ad uscire dalla trappola della mancata crescita.

I dati sulla demografia sono solo un esempio poi possiamo pensare anche a tutto il resto”, ha voluto evidenziare il Segretario Censis. “Lavoro, giustizia, debito pubblico, c’è un insieme di fattori che vede il nostro Paese non crescere da troppi anni, a differenza di altri paesi europei.

Questo rende il futuro sempre più incerto, soprattutto i giovani lo sentono tanto. Quindi, non è soltanto una rinuncia a una prospettiva futura, ma è intravedere una prospettiva densa di problemi a cui però nessuno intende dare una mano, né le istituzioni né soprattutto il corpo sociale”.

Proprio su questo aspetto De Rita ha voluto precisare “Il corpo sociale mostra segni di cedimento, un po’ come la parte sommersa dell’iceberg che piano piano si sta sciogliendo. Negli ultimi cinque anni abbiamo visto ridurre il numero degli iscritti alla scuola elementare di circa 225mila bambini, questo è un problema enorme che va affrontato.

Per quanto riguarda le prospettive – ha continuato – sono convinto che non sia soltanto una questione economica. È un problema molto più complesso e credo che il rallentamento demografico sia un malessere di qualcosa di più profondo che non è soltanto il non fare i figli”.

Esiste una soluzione? “L’unica possibile è quella di guardare le cose come sono e non come ce le raccontiamo. Provare a capire che se non mettiamo mano ad alcuni difetti,  il Paese andrà indietro e questo non ce lo possiamo permettere per tante ragioni. I giovani sono bravi e capaci e su questo non c’è alcun dubbio. Non abbiamo un problema delle classi giovanili ma di quelle più anziane che non riescono a guardare le cose per come stanno e, quindi, la soluzione è essere più aderenti alla realtà quotidiana – ha concluso De Rita.

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