
Dopo aver sbancato i botteghini di mezzo mondo con il film Barbie, Greta Gerwig passerà dalla macchina da presa al tavolo della giuria della 77esima edizione del Festival di Cannes che si svolgerà dal 14 al 25 maggio 2024.
Nel 2023, con la direzione della pellicola dedicata alla bambola bionda più iconica, più pink e più desiderata dalle bambine, diventa la regista donna ad aver diretto il film con l’incasso più alto di sempre nella storia del cinema, nonché quello con il maggiore incasso a livello mondiale, sempre per lo stesso anno.
E ora potrà aggiungere alla lista anche altri due primati. La Gerwing infatti sarà la prima regista americana a ricoprire il ruolo di presidente di giuria al Festival di Cannes e, a soli 40 anni, a la più giovane ad assumere l’incarico dai tempi Sofia Loren, presidente nel 1966 a 31 anni. È inoltre la seconda regista donna a capo della giuria, dopo la neozalandese Jane Campion, nel 2014 e ancora, la seconda donna americana dopo l’attrice britannica Olivia de Haviland, prima donna presidente di giuria in assoluto, nel 1965.
“Si tratta di una scelta obbligata, poiché Greta Gerwig incarna con tanta audacia il rinnovamento del cinema mondiale, di cui Cannes è ogni anno precursore e cassa di risonanza – hanno affermato Iris Knobloch, presidente del Festival, e Thierry Frémaux, delegato generale. “Al di là della settima arte, è anche la rappresentante di un’epoca che sta abbattendo le barriere e mescolando i generi, elevando così i valori dell’intelligenza e dell’umanesimo”.

In meno di quindici anni, Greta Gerwig ha ottenuto riconoscimenti nel cinema americano e mondiale. Originaria di Sacramento, California, ma newyorkese d’adozione, lei che sognava di diventare una drammaturga ha creato il proprio percorso, con coerenza e gusto per il rischio, verso le vette dello splendore.
Ieri ambasciatrice del cinema indipendente americano, oggi al vertice del successo mondiale al botteghino, Greta Gerwig riesce a coniugare ciò che prima era giudicato incompatibile: realizzare blockbuster d’autore, ridurre il divario tra arte e industria, esplorare con abile questione femminista contemporanea così come profondità, e dichiarando la sua impegnativa ambizione artistica all’interno di un modello economico che abbraccia per sfruttare al meglio.
Iniziando come attrice, Greta Gerwig si è trasformata in una sceneggiatrice lavorando su una varietà di progetti. Ha co-scritto Hannah Takes the Stairs (2007) e Nights and Weekends (2008) che ha anche co-diretto, poi Frances Ha (2012), Mistress America (2015) e ovviamente Barbie con Noah Baumbach.
Il suo primo lavoro da solista, Lady Bird (2017) – un ritratto sorprendente, tenero e malinconico dei tormenti dell’adolescenza – è stato nominato per 5 Academy Awards, incluso quello per la miglior regia.
Per il suo secondo film, Greta Gerwig si è impadronita ambiziosamente del classico della letteratura americana del 1868 di Louisa May Alcott, Piccole Donne, sempre con l’intento di rileggere tutte le protagoniste femminili della storia, per esaminare meglio la loro emancipazione in un mondo dominato dagli uomini. In una doppia lettura, la regista intraprende anche un sottile esame del proprio posto all’interno del sistema cinematografico e dei compromessi richiesti in termini di successo commerciale per attirare un pubblico di massa.
Infine, nel luglio 2023 è uscito nelle sale il suo ultimo lungometraggio, Barbie, un vero e proprio trionfo, che solca lo stesso solco in modo ancora più spettacolare, affrontando quell’idolo ambivalente delle bambine, simbolo dell’oggetto femminile, ma anche della donna emancipata. In questa satira sulla condizione umana, Greta Gerwig affronta il sessismo quotidiano e gli stereotipi con intenti gioiosi trasformando il film in un vero fenomeno culturale internazionale.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
