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Tutte le novità del decreto salva-Casa

salva_Casa, edilizia

Con 155 sì, 79 no e 9 astenuti, è stato approvato nei giorni scorsi alla Camera il decreto salva-Casa, promosso dalla Lega di Salvini. Ora la palla passa al Senato, che dovrà approvarlo in via definitiva entro il 28 luglio per la conversione in legge.

Diverse le misure previste dal nuovo decreto, a partire dalle indicazioni sui micro appartamenti e l’abitabilità dei sottotetti, ma anche la sanatoria delle irregolarità, le tolleranze costruttive e il superamento della doppia conformità edilizia.

La superficie minima per una persona passa da 28 a 20 metri quadrati, mentre quella per due persone da 38 scende a 28 metri quadrati. L’altezza minima dei locali interni, invece, viene ridotta a 2,4 metri (ora sono 2,7), purché gli edifici siano ristrutturati per garantire le idonee condizioni igienico-sanitarie.

Il decreto, inoltre, prevede un emendamento per il recupero dei sottotetti che, nei limiti e secondo le procedure previste da ciascuna regione, ne permette l’abitabilità anche “quando l’intervento di recupero non consenta il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini”.

È prevista poi una sanatoria per gli interventi soggetti a vincoli che, prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice dei beni culturali del 2006, pur essendo stati autorizzati dal Comune, non avevano il preventivo accertamento della compatibilità paesaggistica.

Per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024 su unità immobiliari sotto i 60 metri quadrati, sono tollerati scostamenti fino al 6 per cento. Per le zone sismiche, il tecnico deve riferirsi alle norme vigenti al momento dell’intervento, ma l’amministrazione può prescrivere interventi per rispettare le norme attuali. Inoltre, il decreto elimina gli adempimenti del tecnico per la salvaguardia dei diritti dei terzi.

Per uniformare le regole tra le Regioni, che trattano in modo diverso le “parziali difformità” edilizie, il regime semplificato del decreto-legge si estende anche alle “variazioni essenziali”, mentre la procedura semplificata che supera la doppia conformità si applica anche a immobili con vincoli storici, artistici e ambientali, purché le mancate conformità siano lievi.

Un’ulteriore norma permette di regolarizzare interventi edilizi eseguiti in parziale difformità con titoli rilasciati prima del gennaio 1977. Questo non necessitano di regolarizzazione se non è stato emesso un ordine di demolizione e se è stata rilasciata la certificazione di abitabilità o agibilità. Per coloro che regolarizzano, inoltre, sono previste importanti sconti sulle sanzioni.

Questi provvedimenti si vanno ad aggiungere allo “stato legittimo”, che verrà determinato in base all’ultimo titolo abilitativo rilasciato, fermo restando che spetta all’amministrazione competente verificare la legittimità dei titoli pregressi. Inoltre, l’emendamento chiarisce che le difformità sulle parti comuni non influenzano lo stato legittimo delle singole unità immobiliari e viceversa.

Per quanto riguarda le demolizioni, i termini per rimuovere gli abusi dopo un’ingiunzione del comune passano da tre a otto mesi, mentre porticati e tende bioclimatiche saranno considerati interventi di edilizia libera.

Inoltre, è previsto anche un provvedimento sulla catastrofe del Vajont, che semplifica l’ottenimento del certificato di abitabilità o di agibilità per tutti gli immobili ricostruiti.

Infine, i comuni potranno utilizzare le somme derivanti dalla regolarizzazione delle difformità urbanistiche e dall’alienazione di immobili interessati da abusi anche per completare o demolire le opere pubbliche incompiute.

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