
È positivo il quadro generale che emerge dalla fotografia scattata dall’Istat e dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), che nei giorni scorsi hanno pubblicato le note con le ultime rilevazioni in merito ad occupazione e crescita economica.
Dopo il rallentamento di maggio, a giugno è stato registrato un aumento degli occupati di 25mila unità, per un totale di 23 milioni e 949mila, di cui oltre 16 milioni a tempo indeterminato, e con la percentuale di precari più bassa dal 2017.
Rispetto a giugno 2023, il numero dei dipendenti permanenti è aumentato di 465mila unità, raggiungendo quota 16 milioni e 37mila, gli autonomi sono saliti di 121mila, per un totale di 5milioni e 144mila, mentre i contratti a termini sono scesi di 249mila, passando da 2 milioni a 768mila nell’ultimo anno.
La crescita degli occupati (+1,4%) coinvolge tutti, uomini, donne e tutte le classi di età. Il tasso di occupazione è arrivato al 62,2% (+0,1% rispetto a maggio 2024 e +0,7% rispetto a giugno 2023). Anche il tasso di disoccupazione è salito del +0,1% su base mensile, arrivando al 7,0%.
Rispetto al mese precedente, a giugno le persone in cerca di lavoro sono aumentate di 23mila unità (+1,3%), ma sono diminuite del 6,4% (pari 122mila) su base annuale. Il numero di inattivi, che non studiano, non lavorano né sono in cerca di un impiego, invece, sono 103mila in meno rispetto allo scorso anno (-0,8%), con un tasso di inattività sceso al 33%.
Buone notizie anche dall’Ufficio parlamentare di bilancio, secondo cui il Pil dovrebbe aumentare dell’1% nel 2024 (in rialzo rispetto al precedente 0,8 per cento) e nel 2025 (lievemente al ribasso contro il precedente 1,1 per cento).
Sulla crescita del 2024, fa sapere l’Upb, incidono positivamente il rafforzamento del commercio internazionale e il recupero ciclico osservato in Italia nella prima parte dell’anno, mentre il prossimo anno sarà influenzato dalle quotazioni più elevate delle materie prime energetiche e dall’andamento meno sostenuto degli scambi mondiali.
Ad ogni modo, “sulle stime permangono i rischi di natura esogena, relativi alla geopolitica sul piano internazionale e all’evoluzione del Pnrr sul piano interno”, si legge nella nota, “rischi che appaiono bilanciati nel breve termine, ma prevalentemente orientati al ribasso nel medio termine”.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
