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Enasc sponsor del convegno sull’amianto

“Amianto e Ambiente, killer della vita e della natura”. Questo è il titolo del 6° convegno organizzato dal Comitato permanente esposti amianto e dal C.N.A. (Coordinamento nazionale amianto), presieduto da Salvatore Nania, a Milazzo il 20 21 maggio 2025 presso Villa Hera.

Una due giorni intensa, in cui si alterneranno gli interventi di oltre 40 esperti della tematica, i quali apporteranno ciascuno il proprio contributo. Tra gli interventi, ci sarà anche quello del  direttore generale Enasc, Luigi Rosa Teio, (Patronato Enasc che è anche sponsor della manifestazione) che parlerà il 20 maggio p.v. su “Il ruolo dei Patronati nei riconoscimenti delle malattie professionali e delle rendite ai superstiti”.

Introduzione del programma a cura del Presidente, Salvatore Nania

I giorni volano, i mesi scorrono, gli anni passano. A trentatré anni dalla Legge 257/92, che ha messo al bando l’uso dell’amianto in Italia, tredici dalla Il Conferenza nazionale governativa amianto di Venezia, otto dalla III Conferenza Nazionale Governativa di Casale Monferrato, dodici dalla stesura del Piano nazionale amianto, nove dalla Conferenza Stato Regione, undici dalla Legge 10/2014 della Regione Sicilia, e quasi sette daI V Convegno ‘Amianto e ambiente’ di Milazzo, oggi, la realtà è che io sono invecchiato, e a causa delle cattive gestioni governative nazionali e regionali, dei mancati interventi delle varie Istituzioni, anche contro la mia volontà, sono costretto giornalmente a mettere in risalto problematiche che sicuramente dovrebbero essere state accantonate e risolte da diversi anni, e cioè: le patologie asbesto correlate, i decessi per mesoteliomi e patologie collegate a tutte le sostanze cancerogeni, i mancati riconoscimenti delle malattie professionali, i non riconoscimenti delle rendite ai superstiti, la non applicazione del fondo vittime amianto, la scarsa sorveglianza sanitaria, la cattiva gestione giudiziaria, l’inquinamento ambientale, la mancanza di umanità e professionalità delle istituzioni nei confronti di chi soffre.

Un piano nazionale di sorveglianza sanitaria che, in essere, risulta poco coerente. L’lnail è ben poco incline nel riconoscere le malattie professionali e le rendite ai superstiti, costringendo le persone ad effettuare ricorsi legali: ente riconoscitore e, contemporaneamente, erogatore, per cui in conflitto di interesse, con bilanci positivi in attivo per più di 2 miliardi annui. Governi che hanno tutt’altro da pensare che la salvaguardia della salute degli esposti alle fibre killer e ai prodotti altamente cancerogeni, della vita e della natura. Governi che hanno poco interesse nel constatare che in Italia vi sono 4.400 decessi l’anno per patologie amianto correlate, non considerando quelli relativi alle altre sostanze. La giustizia tende a non concedere risarcimenti agli ex esposti e ai familiari dei deceduti delle aziende private, favorendo al contrario quest’ultime; i governi preferiscono aumentare i Fondi vittime amianto ma per la ricerca medico-scientifica, al fine di contribuire a salvare vite umane, non si dimostrano altrettanto generosi. Non parliamo poi di tutte quelle aziende che inquinano il territorio e rendono invivibile la nostra esistenza.

Di ciò, e di tanto altro, ritengo giunto il momento di parlarne e discuterne, senza perdere altro tempo, senza deroga, mettendo in risalto il rischio delle fibre di amianto ed altre sostanze cancerogene: in Italia, in Europa e nel mondo, affrontando ciò che non è stato fatto dai Governi nazionali, regionali e dai sindaci, e ciò che deve essere fatto con urgenza, mettendo a confronto, in questi due giorni, le esperienze e le proposte dei relatori e degli intervenuti, per redigere un documento finale da consegnare alle Istituzioni competenti, affinché, definitivamente, comprendano che debbono ascoltare le Associazioni, e addivenire ad un’intesa comune per eliminare l’amianto, combattere l’inquinamento del territorio, e ridurre il rischio patologie e decessi. Basta con l’amianto e l’inquinamento killer della vita e della natura!

di Walter Recinella (Enasc)

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