
L’Enuip, ente di formazione dell’Unsic, ha promosso un rapporto incentrato sui dati raccolti con i rappresentanti delle organizzazioni di formazione, i piccoli proprietari di aziende agricole e gli esperti di istruzione professionale, in Italia e Bulgaria, attraverso interviste condotte nell’ambito del progetto Erasmus+ “Small Smart Digital Farms 4.0”.
La relazione evidenzia le attuali sfide del sistema dell’istruzione e della formazione professionale (IFP), in particolare la discrepanza tra le qualifiche agricole esistenti e le competenze necessarie per affrontare la transizione verde e la digitalizzazione.
L’obiettivo dello studio è quello di identificare le principali sfide che le piccole aziende agricole familiari devono affrontare oggi, in particolare l’uso della tecnologia e le competenze digitali necessarie. Descrive le attività chiave in cui la digitalizzazione può sostenere gli agricoltori.
Nel documento vengono descritte pratiche specifiche in linea con le priorità verdi dell’Europa e proposte misure concrete per aumentare la digitalizzazione nelle piccole aziende agricole rurali, evidenziando l’importanza di questo progetto su piccola scala come un passo in quella direzione.
La relazione elenca, inoltre, le attuali qualifiche professionali disponibili per le persone che intendono perseguire una carriera agricola.
Le interviste con esperti di diversi settori (imprese agricole, consulenza, formazione, definizione delle politiche, agro-tecnologia, associazioni di categoria) hanno rivelato esigenze consistenti a tutta linea: mancanza di visione strategica, un ecosistema di formazione frammentato, resistenza agli strumenti digitali dovuti a lacune infrastrutturali e competenze e deboli legami tra le offerte di IFP e le esigenze concrete delle piccole aziende agricole, pur riconoscendo, per quanto riguarda la Bulgaria, i cambiamenti settoriali in corso innescati dalla riforma dell’istruzione professionale 2024 in Bulgaria.
I risultati sottolineano l’urgenza di ridisegnare i percorsi educativi per gli agricoltori, in particolare integrando competenze trasversali, strumenti visivi, apprendimento basato su progetti e cooperazione tra pari. Questo rapporto fornisce la base analitica per la creazione di nuovi moduli di apprendimento e l’informazione delle politiche e delle scelte programmatiche.
LA TRANSIZIONE GREEN E DIGITALE
Il ruolo della transizione verde e digitale nell’agricoltura, in particolare per le piccole aziende agricole in Bulgaria come in Italia, è fondamentale per garantire la sostenibilità, migliorare la produttività e promuovere la crescita economica. Come in molti altri Paesi europei, si devono affrontare sfide legate al cambiamento climatico, al degrado del suolo e alla perdita di biodiversità. Le piccole aziende agricole sono particolarmente vulnerabili a questi sviluppi. L’adozione di pratiche eco-compatibili come l’agricoltura biologica e la riduzione dell’uso di sostanze chimiche può aiutare a mitigare questi effetti.
Le pratiche verdi possono preservare la fertilità del suolo, ridurre il consumo di acqua e proteggere gli ecosistemi locali, fattori essenziali per la produttività agricola a lungo termine.
Le competenze digitali offrono strumenti per aiutare i piccoli agricoltori a migliorare l’efficienza, il processo decisionale e l’accesso al mercato. Le tecnologie di agricoltura intelligente possono aiutare ad aumentare le rese riducendo i costi di input. Le piccole aziende agricole possono beneficiare di tecniche di agricoltura di precisione che ottimizzano l’uso di acqua, fertilizzanti e pesticidi. Nella Bulgaria rurale, ad esempio, la carenza di manodopera è un problema importante. L’utilizzo di strumenti di automazione digitale (ad esempio, raccoglitori di robot o sistemi di irrigazione automatizzati) può ridurre la dipendenza dal lavoro manuale e migliorare la produttività.
Le competenze verdi si riferiscono alle conoscenze, alle abilità e alle competenze necessarie per sostenere lo sviluppo sostenibile, ridurre l’impatto ambientale e promuovere pratiche eco-compatibili in tutti i settori, compresa l’agricoltura. Nel contesto agricolo, le competenze verdi sono vitali per la gestione delle sfide ambientali legate alla salute del suolo, ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità.
Lo sviluppo di competenze verdi è guidato da quadri internazionali come gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite; il Green Deal europeo e la strategia Farm to Fork offrono indicazioni concrete per integrare le competenze ecologiche nelle attività agricole.
In agricoltura, le competenze digitali consentono agli agricoltori di utilizzare le moderne tecnologie per aumentare la produttività, migliorare il processo decisionale e migliorare l’accesso al mercato. Le decisioni basate sui dati possono migliorare la gestione delle aziende agricole, il controllo dei parassiti e l’ottimizzazione delle risorse. I dispositivi IoT offrono un monitoraggio in tempo reale delle condizioni del suolo, del tempo e delle attrezzature.
Per i piccoli agricoltori, le competenze verdi e digitali sono sempre più intrecciate. Le tecnologie digitali possono facilitare pratiche sostenibili (ad esempio, l’utilizzo dei dati per ridurre l’uso di pesticidi o ottimizzare il consumo di acqua), mentre le competenze verdi guidano l’uso responsabile ambientale di queste tecnologie. Competenze professionali e specialisti qualificati sono essenziali per implementare queste ottimizzazioni in modo efficace.
QUALIFICHE E PROFESSIONI
Professione: Agricoltore
- Specialità: Agricoltura – EQF Livello 3
- Specialità: Produzione agricola – EQF Livello 4
- Specialità: Gestione delle aziende agricole (coltura e bestiame) – EQF Livello 5
Professione: Allevatore di bestiame
- Abuso di bestiame – EQF Livello 3
- Allevamento delle pecore – EQF Livello 3
- Allevamento di maiale – EQF Livello 3
- Agricoltura per pollame – EQF Livello 3
- Agricoltura di coniglio – EQF Livello 3
- Apicoltura – EQF Livello 3
- Allevamento e equitazione – EQF Livello 3
Professione: Coltivatore di colture
- Colture di campo – EQF Livello 3
- Produzione di verdure – EQF Livello 3
- Colture perenni – EQF Livello 3
- Produzione di allevamento e semi – EQF Livello 3
- Produzione di Tabacco – EQF Livello 3
- Funghi, erbe, olio essenziale e piante di nettare – EQF Livello 3
- Protezione delle piante – EQF Livello 3
Professione: Viticulturista e viticoltore
- Viticoltura e vinificazione – EQF Livello 3
IL SISTEMA DI QUALIFICAZIONE IN ITALIA
L’attuale Quadro Nazionale di Qualificazione (QNQ) in Italia include diversi profili agricoli, come il tecnico agricolo, l’operatore agroalimentare e l’agricoltore professionale. Tuttavia, questi profili sono in gran parte basati sulle conoscenze agronomiche tradizionali, con insufficiente integrazione delle competenze digitali e verdi. Come evidenziato nelle interviste di esperti, la maggior parte di queste qualifiche sono obsolete e non allineate alle attuali priorità dell’Unione europea come il Green Deal, la strategia Farm to Fork e le transizioni gemelle verdi e digitali.
Le microimprese in agricoltura, in particolare le aziende agricole a conduzione familiare, richiedono percorsi di formazione personalizzati e adattivi. Gli esperti richiedono un sistema di qualificazione più dinamico e modulare, con micro-credenziali e opportunità di apprendimento permanente che consentano agli agricoltori di costruire portafogli di competenze su misura nel tempo.
I METODI DI RACCOLTA DEI DATI
La relazione si basa su una metodologia strutturata che combina:
- Analisi desk della documentazione e delle politiche nazionali
- 42 interviste di esperti con professionisti del settore della consulenza, della formazione e agro-tecnologia, ma anche dell’imprenditorialità agricola e dei sindacati.
- Utilizzo di una guida comune di intervista che copre cinque aree tematiche: gestione aziendale, digitalizzazione, sostenibilità, competenze professionali e modelli di business
- Le interviste sono state condotte tramite videochiamate online o sessioni di persona (approssimativamente ogni 60 minuti)
Gli intervistati hanno incluso ricercatori, formatori, consulenti aziendali ed esperti di innovazione, con una profonda conoscenza del settore agroalimentare
Le interviste sono state guidate da una serie di domande sviluppate durante la fase iniziale del progetto, tra cui:
- Quali sono le principali sfide che le piccole aziende agricole a conduzione familiare devono affrontare oggi?
- Le tecnologie vengono applicate nelle piccole aziende agricole a conduzione familiare?
- Come viene attualmente utilizzata la digitalizzazione nelle attività agricole?
- Quali tecnologie vengono applicate, secondo te?
- Ci sono potenziali di digitalizzazione non sfruttati che potrebbero essere applicati all’agricoltura?
- I proprietari delle aziende agricole sono consapevoli delle priorità verdi dell’Europa?
- Puoi fornire esempi di competenze digitali attualmente utilizzate in piccole aziende agricole (ad esempio, per la semina, la fertilizzazione, la gestione delle malattie, le operazioni agricole, le vendite)?
- Quali pratiche verdi sono attualmente applicate nelle piccole aziende agricole per proteggere l’ambiente?
- Sono necessarie misure istituzionali per aiutare le aziende agricole a diventare più tecnologiche ed eco-compatibili?
- Quali pratiche verdi sono più comuni nel tuo Paese:
- Uso dell’energia solare
- Riciclaggio dei rifiuti
- Altro (specificare)
- Cos’altro dovrebbe sapere ed essere in grado un piccolo proprietario o un lavoratore di una piccola azienda agricola ed essere in grado di essere efficace oggi?
- Quali sono i tuoi suggerimenti su come le piccole aziende agricole possono rispondere al meglio alle transizioni digitali e green?
- Quali professioni/qualifiche nel sistema nazionale di IFP preparano le persone a lavorare nelle aziende agricole? (includere il nome, il livello EQF, la durata e lo stato di aggiornamento del curriculum)
LE PRINCIPALI SFIDE
Attualmente, la conoscenza ambientale all’interno della formazione professionale è limitata a:
- Esecuzione di compiti nel rispetto delle norme di protezione ambientale
- Identificare i rischi di inquinamento ambientale
- Comprendere i requisiti di base per la separazione dei rifiuti
- Consapevolezza delle normative per lo stoccaggio, l’utilizzo e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi
Le competenze digitali acquisite includono:
- Conoscenza di base delle TIC per l’elaborazione delle informazioni
- Competenze di comunicazione ICT di base
- Competenze ICT di base nella creazione di contenuti digitali
Divari identificati nel curriculum:
- Principi e dimensioni dello sviluppo sostenibile
- Impatto ambientale dell’attività professionale
- Cambiamenti climatici e inquinamento
- Uso sostenibile delle risorse naturali
- Ciclo di vita e potenziale di riscaldamento globale (GWP)
- Materiali e rifiuti
- La biodiversità
- Esposizione ai rischi futuri
Sfide chiave nel sistema VET in Bulgaria:
- Una riforma importante a partire dal 2024 sta cambiando le professioni e i livelli di qualificazione, eliminando alcune specialità e alterando i quadri. Ciò richiede un aggiornamento completo dei curricula professionali.
- I temi della digitalizzazione e della transizione verde sono a malapena presenti nella formazione degli agricoltori, specialmente nei piccoli insediamenti rurali.
- La Bulgaria è tra le più basse nell’UE per la partecipazione all’apprendimento permanente (meno del 2%), indicando la scarsa cultura dell’apprendimento e le abitudini di miglioramento delle qualifiche.
FOCUS SULLE AZIENDE
Le piccole aziende agricole italiane operano spesso in aree con infrastrutture digitali scarse e accesso limitato a Internet a banda larga. Il divario digitale tra aree rurali e urbane rimane un grave ostacolo all’adozione della tecnologia. Inoltre, un basso livello di alfabetizzazione digitale tra gli agricoltori aggrava questo problema. Gli agricoltori spesso si affidano a strumenti di gestione cartacei e hanno una scarsa familiarità con le piattaforme cloud, i sistemi di agricoltura di precisione o gli strumenti di analisi dei dati.
Gli intervistati hanno osservato che molti corsi di formazione si concentrano su imprese più grandi e tecnologicamente più avanzate, trascurando le esigenze specifiche e i vincoli degli attori più piccoli. Alcuni strumenti digitali sono considerati “troppo complessi” o non adattabili alle aziende agricole con manodopera e capacità finanziaria limitate. Altri sono introdotti attraverso progetti a tempo limitato e interrotti una volta terminato i finanziamenti, il che aumenta la sfiducia e riduce l’adozione.
Sebbene vi sia un crescente interesse per la sostenibilità ambientale, soprattutto tra i giovani agricoltori e quelli orientati verso l’agricoltura biologica o biodinamica, le pratiche sostenibili non sono ancora diffuse. Molti agricoltori percepiscono la trasformazione verde come un peso piuttosto che come un’opportunità.
Gli intervistati sottolineano l’importanza degli incentivi e dell’orientamento pratico. Gli agricoltori sono spesso inconsapevoli delle opportunità di finanziamento legate all’ecoinnovazione. C’è anche confusione intorno alle certificazioni e alle procedure burocratiche. Gli esperti suggeriscono che i programmi di formazione professionale dovrebbero includere una formazione di base in economia ambientale, catene di approvvigionamento sostenibili e quadri normativi.
Il sistema esecutivo italiano è tradizionalmente guidato dall’offerta e spesso scollegato dalle esigenze del mercato del lavoro in tempo reale. I corsi sono a volte progettati senza coinvolgere gli utenti finali, portando a un disallineamento tra le competenze insegnate e quelle effettivamente necessarie sul campo.
Inoltre, la formazione agricola tende a concentrarsi maggiormente sulle conoscenze tecniche (scienza delle piante, meccanizzazione) e meno sulle competenze imprenditoriali, digitali o strategiche. Il coordinamento tra attori pubblici e privati nell’IFP è limitato e molti percorsi formativi non sono formalmente riconosciuti o accreditati, rendendo difficile per gli agricoltori navigare le loro opzioni educative.
GAP DI COMPETENZE
Una delle sfide più frequentemente menzionate nelle interviste è stata la mancanza di visione strategica tra i piccoli agricoltori. Molti sono sopraffatti dalle routine operative e non riescono a sviluppare strategie di pianificazione a lungo termine o orientate al mercato.
Gli intervistati hanno sottolineato l’importanza della gestione dei progetti, della modellazione aziendale, della pianificazione finanziaria e del marketing, competenze che raramente sono coperte nell’istruzione agricola standard. Anche le soft skills come la comunicazione, la gestione dei conflitti e il lavoro di squadra sono trascurate ma sempre più rilevanti, soprattutto nelle aziende agricole multifunzionali e socialmente impegnate.
Per colmare queste lacune, gli esperti propongono l’uso di metodi di apprendimento attivi, giochi di simulazione, pensiero di progettazione visiva e workshop esperienziali, in particolare per gli adulti e gli studenti a bassa qualificazione.
Sfide e barriere
| L’area | Principali sfide e barriere |
| Gestione aziendale | La mancanza di visione strategica, la riluttanza al delegato, Il sovraccarico operativo |
| La digitalizzazione | Bassa alfabetizzazione digitale, le infrastrutture deboli, La mancanza di cultura digitale, Elevato costo percepito |
| La sostenibilità | Un sostegno istituzionale limitato, La complessità burocratica, Un chiaro ROI sugli investimenti verdi |
| Accessibilità della formazione | Le offerte frammentate, Mancanza di programmi mirati per microimprese |
| Adozione di innovazione | Isolamento di piccole aziende agricole, la scarsa partecipazione alle reti, Avversione del rischio |
Queste sfide sono profondamente interconnesse. Ad esempio, la scarsa adozione delle tecnologie digitali non è solo una questione di infrastrutture, ma anche il risultato di una cultura manageriale insufficiente e di un accesso debole alla formazione strutturata. Allo stesso modo, la mancanza di pratiche di sostenibilità è aggravata dall’assenza di meccanismi di comunicazione e di sostegno (ROI) chiari.
Nelle aree rurali, queste sfide sono esacerbate dal declino demografico, dall’impegno limitato dei giovani e dall’invecchiamento della popolazione agricola. La maggior parte dei piccoli agricoltori non si impegnano con i fornitori di istruzione formale o di IFP a meno che non vi siano incentivi diretti o obblighi legati al finanziamento. È necessario un modello di sensibilizzazione più proattivo e partecipativo.
Gli esperti hanno anche sottolineato che molte piccole aziende agricole operano in isolamento sociale e non hanno accesso a reti pari o cluster di innovazione. Migliorare la capacità collettiva attraverso la formazione cooperativa, i programmi di mentoring e gli hub locali (ad esempio, laboratori rurali digitali, comunità di apprendimento degli agricoltori) potrebbero ridurre significativamente le barriere all’adozione.
I risultati evidenziano l’importanza di progettare politiche che non solo forniscano formazione tecnica, ma consentano anche ai piccoli agricoltori di prendere decisioni strategiche, collaborare efficacemente e costruire efficacia di fronte agli shock del mercato.
CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI
Il digitale e il green rappresentano sia una sfida che un’opportunità per le piccole imprese agricole italiane e bulgare. L’Italia vanta un vivace settore agroalimentare e un ecosistema emergente di innovazione, ma il divario tra le ambizioni politiche e la realtà operativa delle micro-fattorie rimane ampio. Le prove raccolte attraverso interviste di esperti e analisi dell’attuale quadro di istruzione e formazione professionale (IFP) mostrano che sono necessari cambiamenti sistemici per affrontare questo divario.
Le piccole aziende agricole in Italia richiedono una formazione flessibile, accessibile e pratica che rifletta i loro specifici contesti operativi. Gli approcci tradizionali in aula spesso non sono adatti per gli studenti adulti o piccoli imprenditori con vincoli di tempo e personale limitato. Invece, un modello di apprendimento misto che include micro-corsi modulari, attività esperienziali, tutoraggio e apprendimento peer-to-peer servirebbe meglio le loro esigenze.
In Bulgaria i programmi tradizionali di IFP spesso si concentrano su metodi di coltivazione obsoleti piuttosto che su quelli sostenibili. Il passaggio all’agricoltura eco-compatibile richiede di ripensare i curricula per includere moduli sull’agricoltura biologica, l’agricoltura di precisione, la gestione dei rifiuti e la conservazione della biodiversità.
La formazione di competenze digitali in VET rimane sottosviluppata. I programmi attuali spesso mancano dell’applicazione pratica necessaria per utilizzare i moderni strumenti digitali in agricoltura.
Molte aree rurali, dove si concentrano le piccole aziende agricole, soffrono di infrastrutture digitali povere, ostacolando l’adozione di tecnologie verdi e digitali.
In entrambe le Nazioni le qualifiche esistenti devono evolversi per riflettere le competenze richieste nell’economia agricola odierna. Man mano che l’agricoltura diventa sempre più sfaccettata, la formazione dovrebbe affrontare anche aspetti come l’agriturismo, l’agricoltura sociale e le filiere corte.
Una scoperta chiave è l’importanza di un processo di progettazione partecipativa. Le iniziative di formazione dovrebbero essere co-sviluppate con agricoltori, associazioni locali, cooperative e centri di innovazione. Ciò garantirebbe l’allineamento con le esigenze reali e migliorerebbe la pertinenza e l’adozione delle offerte di formazione.
Le raccomandazioni:
- Aggiornare le qualifiche nazionali incorporando i framework GreenComp e DigComp.
- Sviluppare micro-credenziali compatibili con la convalida dell’apprendimento precedente.
- Incentivare la partecipazione attraverso legami con i sistemi di finanziamento (ad esempio, l’eco-sostenibilità).
- Stabilire comunità di apprendimento rurale e laboratori regionali di IFP con impegno attivo da parte degli agricoltori.
- Incoraggiare la collaborazione tra i fornitori di IFP, gli istituti di ricerca e le reti agricole per co-creare contenuti di formazione.
Questo rapporto intende quindi sviluppare la progettazione di un nuovo curriculum per una qualifica di agricoltore verde e digitale e contribuirà a plasmare nuove attività di formazione nell’ambito del progetto.
Il sostegno della Commissione europea per la produzione del Rapporto non costituisce un’approvazione dei contenuti, che riflettono solo le opinioni degli autori, e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per qualsiasi uso che possa essere fatto delle informazioni in esso contenute.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
