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Fmi promuove l’Italia: economia resiliente

Il Fondo monetario internazionale promuove l’Italia. Nonostante la crisi post pandemica, gli shock dei prezzi energetici e l’aumento dell’incertezza globale, l’economia del Paese si dimostra resiliente. È quanto emerge dalla consultazione dell’Article IV del Fmi.

Dopo la crescita dello 0,9% registrata nel 2023, nel 2024 il bilancio economico ha raggiunto un risultato migliore del previsto, con un aumento del pil reale dello 0,7% che ha superato i livelli precedenti alla crisi finanziaria e ha permesso il ritorno a un avanzo primario.

Per il 2025 è atteso una crescita dello 0,5% e un ulteriore accelerazione dello 0,8% nel 2026, verosimilmente sostenute dal Pnrr. Infatti, “nonostante l’aumento dell’incertezza della politica commerciale globale, –  si legge nell’Article – l’attività economica nel primo trimestre del 2025 è rimasta resiliente grazie alla continua crescita degli investimenti e a un solido mercato del lavoro”.

Tuttavia non mancano le sfide. In primis il debito pubblico “persistentemente alto” che deve essere riportato su una traiettoria discendente. In merito a questo punto, i direttori del Fmi “hanno accolto con favore l’impegno delle autorità per un piano fiscale a medio termine che bilanci le considerazioni sulla sostenibilità del debito e le esigenze di investimento, e sia in linea con il quadro di bilancio dell’Ue”.

Sulla crescita economica pesano anche una debole produttività, il continuo calo demografico e le difficoltà associate a transizioni climatiche, digitali e geopolitiche. Per affrontare questi aspetti, i direttori auspicano un’esecuzione completa e tempestiva del Pnrr, con un piano successivo di investimenti in infrastrutture pubbliche essenziali.

Inoltre, ritengono necessaria una riforma fiscale che allarghi la base imponibile e aumenti le entrate, accompagnata da un rafforzamento della supervisione e del controllo dei crediti d’imposta, nonché una razionalizzazione della spesa pensionistica e una graduale riduzione dei prestiti garantiti dallo Stato al livello pre-pandemico.

Per sostenere l’offerta di lavoro nel breve e lungo termine, invece, è fondamentale migliorare la conciliabilità tra lavoro e vita familiare, così da aumentare l’occupazione femminile e frenare il calo demografico.

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