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Italia, il 23% del territorio è a rischio frane

Cresce del 15% il territorio italiano a rischio frane passando dai 55.400 chilometri quadrati censiti nel 2021 per arrivare ai 69.500 chilometri quadrati nel 2024, coprendo il 23% della superficie nazionale. Lo rivela il quarto Rapporto Ispra sul dissesto idrogeologico, presentato mercoledì 30 luglio 2025 a Roma. Gli incrementi più significativi si registrano in Alto Adige (+61,2%), Toscana (+52,8%), Sardegna (+29,4%) e Sicilia (+20,2%).

Le aree classificate come altamente pericolose salgono dall’8,7% al 9,5%. Ad oggi, il 94,5% dei comuni italiani è esposto a frane, alluvioni, valanghe o erosione costiera.

L’Italia si conferma tra i Paesi più vulnerabili in Europa, con oltre 636mila fenomeni franosi censiti. Di questi, circa il 28% presenta una dinamica rapida e distruttiva.  Quasi 5,7 milioni di persone vivono in zone a rischio frana, con 742mila edifici, 75mila unità locali di impresa e 14mila beni culturali esposti nelle aree a maggiore pericolosità.

Il 13,8% delle zone montane sopra gli 800 metri è soggetto a potenziali fenomeni valanghivi.

Il triennio 2022-2024 è stato segnato da calamità idro-meteorologiche: dalle alluvioni nelle Marche (2022) e Emilia-Romagna (2023, con 8,6 miliardi di danni), alle colate rapide di fango e detrito nell’isola di Ischia nel novembre 2022 fino alle più recenti intense piogge in Valle d’Aosta e Piemonte (2024). I cambiamenti climatici amplificano la frequenza e l’intensità di questi eventi, coinvolgendo anche territori prima meno esposti.

Buone notizie arrivano dal fronte erosione: i tratti costieri in avanzamento (+30 chilometri) superano quelli in arretramento, segnale che gli interventi di ripascimento e protezione stanno dando risultati.

Strumenti come IdroGEO e ReNDiS rafforzano la capacità di prevenzione. Il nuovo assistente virtuale Ia di IdroGEO guida gli utenti nella consultazione dei dati sul dissesto. Finora, ReNDiS ha catalogato quasi 26.000 interventi per un totale di 19,2 miliardi di euro in finanziamenti.

“Una conoscenza approfondita dei fenomeni di dissesto è la base imprescindibile per efficaci politiche di prevenzione e mitigazione del rischio, ma lo sono anche la comunicazione e la diffusione delle informazioni – ha dichiarato il presidente Ispra Stefano Laporta – il dissesto idrogeologico non è soltanto una questione tecnica o strutturale, ma riguarda la vita quotidiana di ognuno di noi, la sicurezza dei luoghi in cui viviamo e la prospettiva di un territorio resiliente. Fondamentale il coinvolgimento attivo dei cittadini; il loro contributo è prezioso su più fronti, dalla raccolta di segnalazioni puntuali sul territorio, al supporto nella diffusione delle informazioni e alla partecipazione ai piani di emergenza locali”.

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