
Fitch ha migliorato il giudizio sul debito a lungo termine dell’Italia citando una maggiore resilienza fiscale e un contesto politico stabile. Positivo il commento del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti: “Tanto studio, tanto lavoro. Serio e riservato. Abbiamo riportato l’Italia sulla giusta strada”.
Una nuova, importante promozione per l’Italia arriva dai mercati internazionali. Questa decisione segue una tendenza positiva già avviata da altre agenzie, come S&P e Moody’s, che nei mesi scorsi avevano giudicato positivamente rispettivamente il rating (che fornisce una valutazione globale della solvibilità di un determinato soggetto) e l’outlook (che si riferisce alle prospettive o alle previsioni sull’andamento futuro di una società, un Paese, o un mercato finanziario). L’agenzia internazionale di valutazione del credito e rating ha alzato il giudizio sul debito a lungo termine del nostro Paese, portandolo da “BBB” a “BBB+”, con un outlook che rimane stabile. Migliora anche la valutazione a breve termine, che passa da “F2” a “F1”.
Alla base della decisione di Fitch vi è una maggiore fiducia nella traiettoria fiscale dell’Italia. L’aggiornamento, spiega l’agenzia, riflette una “migliorata resilienza fiscale”, sostenuta da una crescente prudenza e da un forte impegno a raggiungere gli obiettivi di bilancio previsti dal nuovo quadro dell’Unione europea.
Tra i fattori chiave che hanno contribuito all’avanzamento, figurano un contesto politico stabile e un continuo slancio riformatore. Fitch sottolinea come questo sia in netto contrasto con il recente passato, spesso segnato da instabilità e inversioni di rotta.
Un altro elemento evidenziato è la performance fiscale superiore alle attese, con la previsione che tra il 2025 e il 2027 il deficit continuerà a ridursi in modo graduale, sostenuto da miglioramenti strutturali nelle entrate e da un attento controllo della spesa pubblica. Per il 2025, si stima infatti un deficit pari al 3,1% del Pil, inferiore all’obiettivo ufficiale del 3,3%, segno di una solida tenuta del gettito fiscale. Questo risultato riflette l’ampliamento della base imponibile, favorito dalle migliori condizioni del mercato del lavoro, e da una maggiore conformità alle norme fiscali. È probabile che il governo prosegua con misure di alleggerimento fiscale di entità contenuta, senza però compromettere gli obiettivi di bilancio. Interventi simili sono già stati adottati nel 2024 e nel 2025, e i risultati fiscali hanno comunque superato le previsioni. Le autorità confermano la strategia di contenimento della spesa pubblica per riportare il deficit al 2,6% del Pil nel 2027 e al di sotto del 2% entro il 2029, in linea con le previsioni degli analisti.
La prudenza fiscale attuata dal governo italiano sembra essere apprezzata da Fitch che afferma che: “L’Italia è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di crescita della spesa netta per il 2025 (1,3%) e ridurre il deficit strutturale di almeno lo 0,5% nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi. Il suo piano di bilancio strutturale a medio settennale prevede un consolidamento continuo, con un avanzo primario in aumento al 2,4% nel 2029 (da uno 0,7% previsto per quest’anno), sostenuto dall’attuazione delle riforme”.
L’agenzia rileva positivamente che il debito italiano è diminuito di oltre 20 punti percentuali nel periodo 2020-2024, tornando ai livelli pre-pandemici più rapidamente del previsto (e in contrasto con molti altri paesi dell’Eurozona).
Anche la riduzione dei rischi ha portato l’Italia all’innalzamento del rating. Lo spread dell’Italia sulle economie principali dell’Eurozona continua a ridursi e le sfide esterne non si sono riversate sulle condizioni di finanziamento. Il sostegno della Bce (garantito dal rispetto delle regole di bilancio), un mercato del debito liquido e una scadenza media di sette anni mitigano ulteriormente i rischi.
Nell’analisi della situazione del Bel Paese, Fitch annovera un bilancio estero migliorato. “I settori dell’export devono affrontare crescenti sfide (i dazi statunitensi sono i più urgenti), ma una migliore competitività dei prezzi e una strategia di diversificazione di lunga data offrono un certo margine di sicurezza. Secondo le stime dell’agenzia di rating, il debito estero netto pur rimanendo ben al di sopra della mediana dei Paesi concorrenti del 2,1%, è sceso al 32% del Pil nel 2024, raggiungendo il livello più basso degli ultimi due decenni. “Prevediamo che il rapporto continuerà a diminuire nel periodo di previsione, grazie alle dinamiche positive della bilancia dei pagamenti”.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
