
Nuova riunione della cosiddetta “cabina di regia per l’agricoltura”: dopo una pausa, si è ripresa la consultazione a livello di Presidenza di Consiglio con le organizzazioni agricole facenti parte del Cnel: Coldiretti, Copagri, Confagricoltura, Cia e Unsic. Si segnala il cambiamento di uno dei ministri di riferimento, quello delle politiche europee e del Pnrr, ora Tommaso Foti.
Quest’ultimo ha illustrato venerdì 26 settembre ai rappresentanti delle organizzazioni summenzionate la volontà di accrescere, in vista della chiusura ad agosto 2026 dell’intero Piano nazionale di ripresa e resilienza, lo stanziamento per i progetti relativi all’agricoltura è stata incrementata di due miliardi di euro, in primo luogo a beneficio della misura “Contratti di filiera”, a seguito della cosiddetta “rimodulazione” decisa a livello generale sull’intero Pnrr.
Ad oggi si contavano infatti 1,256 miliardi di euro di contratti sottoscritti, i progetti di filiera finanziati ad oggi sono 63 con 1.042 imprese coinvolte. I Contratti di filiera rappresentano uno strumento strategico per la crescita e la modernizzazione delle aziende e delle filiere agricole italiane: le imprese potranno investire in digitalizzazione, innovazione ed efficientamento energetico, migliorando la produttività e riducendo sprechi e costi raggiungendo così l’obiettivo di una maggiore sostenibilità del comparto agricolo.
Nella rimodulazione ulteriori somme verranno dedicate alla misura “Parco Agrisolare” per soddisfare le numerose domande è raggiungere 1,7 GW di capacità rinnovabile entro il 2026, superando il target concordato con Bruxelles (1,3 GW) e quadruplicando quello originario del 2021 fissato a 400 MW. Il tutto nel quadro di un comparto agricolo che ha contribuito in maniera sostanziale alla crescita del Pil nazionale; secondo l’Istat, infatti, nel 2024 il settore ha registrato un +2% di valore aggiunto. Il reddito degli agricoltori italiani è quello cresciuto di più in Europa in termini nominali, risultati a doppia cifra contro una media europea dello 0,9%, mentre le esportazioni agroalimentari nel 2024 hanno toccato i 70 miliardi di euro.
Unsic ha condiviso le priorità espresse, di concerto con le altre confederazione, sul tema dei contratti di filiera e sul tema agrisolare, cioè il posizionamento dei pannelli fotovoltaici direttamente sui tetti di capannoni agricoli, stalle o altri edifici aziendali, allo scopo di ridurre i costi energetici legati alle attività di trasformazione e lavorazione dei prodotti agricoli, zootecnici e agroindustriali, migliorando la sostenibilità delle imprese agricole. L’agrisolare, a differenza del più complesso agrivoltaico, non occupa suolo agricolo, poiché l’energia viene prodotta sfruttando le strutture edilizie già esistenti, quindi è più semplice da attuare e focalizzata sul consumo energetico dell’azienda.
Per l’Unsic, Luca Cefisi, del Centro studi Unsic, ha sottolineato anche come il tema della maggiore sostenibilità si inserisce nel quadro dell’emergenza climatica, e quindi ogni intervento futuro non possa che avere come criterio generale una maggiore efficienza energetica dei processi produttivi e delle singole aziende, anche in rapporto con gli interventi sul settore idrico, e ha posto, in prospettiva, il tema del proseguimento virtuoso e sostenibile degli interventi anche oltre la scadenza del Pnrr al 2026.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
