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Nuove cantine italiane Tre bicchieri 2026: 49 eccellenze premiate dal Gambero Rosso

La Guida vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso celebra l’ingresso di 49 nuove cantine nel prestigioso club dei Tre bicchieri, uno dei più importanti riconoscimenti enologici nazionale. Tra i 508 vini premiati quest’anno, le new entry si collocano nell’Olimpo della viticoltura italiana, affiancandosi alle cantine storiche già presenti nelle edizioni precedenti.

L’intero Paese dà segnali di grande vitalità sul fronte enologico, con cantine che raggiungono il livello più alto presentando vini di ottimo livello all’interno di denominazioni meno note, se non quasi dimenticate, o con vitigni che di norma farebbero venir naturale l’associazione con altre regioni. Questo fermento rappresenta il futuro del vino italiano, dove tradizione e innovazione si fondono per creare prodotti di eccellenza riconosciuti a livello internazionale.

Le aziende vitivinicole inserite nella Guida, rappresentano un panorama variegato che include realtà storiche che hanno cambiato marcia, cooperative agricole, aziende artigianali a conduzione familiare e giovani produttori che stanno ridisegnando la mappa enologica della Penisola. La distribuzione geografica vede Piemonte e Toscana in testa con dieci nuovi ingressi ciascuna, seguite da Friuli Venezia Giulia e Lazio.

Il Piemonte si conferma terra di eccellenza con dieci nuove cantine premiate che spaziano dalle denominazioni più blasonate a quelle quasi dimenticate. Tra le new entry spicca Davide Carlone, che ha realizzato il sogno di riqualificare il territorio dei suoi avi ottenendo i Tre bicchieri con un Boca, dove protagonista è il nebbiolo delle Colline Novaresi. L’ingresso di Mandirola con un Timorasso conferma l’attenzione per i vini bianchi della regione, che in tutte le denominazioni hanno raggiunto una qualità media invidiabile.

In Lombardia, Tenute del Garda, un consorzio tra produttori che ha messo in comune le proprie vigne e vinifica in una bella e attrezzata cantina, ottiene i primi Tre bicchieri con un ottimo Valtènesi 2024. In Veneto, l’azienda Gerardo Cesari entra sul gradino più alto del podio con un Amarone della Valpolicella, dove il processo di rinnovamento in atto procede con vini sempre più centrati e capaci di offrire non solo qualità e piacevolezza, ma anche un forte legame con i rispettivi territori di produzione.

Il Friuli Venezia Giulia porta quattro nuove cantine tra i premiati, con vitigni autoctoni e internazionali ormai perfetta espressione del territorio. Monviert, marchio creato nel 2018 nel cambio generazionale di un’azienda storica, ottiene per la prima volta i Tre bicchieri con il Fco Bianco Tricùr Riserva 2019, un blend di riesling renano, friulano e ribolla che rappresenta le migliori pagine della storia vitivinicola del comprensorio di Spessa di Cividale.

La Toscana, a parimerito col Piemonte per numero di new entry, si conferma grande laboratorio enologico dove si sperimentano le tecniche più innovative accanto a chi segue pratiche tradizionali. Tra le dieci cantine premiate per la prima volta, Montauto ottiene il riconoscimento con l’Enos I V.V. Sauvignon 2024, prodotto nelle colline che fanno da confine tra Toscana e Lazio. Fu la consapevolezza di condizioni climatiche quasi opposte a quelle mediterranee del resto della Maremma che, negli anni Ottanta, convinse Enos – il nonno dell’attuale proprietario Riccardo Lepri – a puntare sui vitigni bianchi e sul Sauvignon in particolare.

Nelle Marche, la cantina Saputi vince con un Ribona, il Colli Maceratesi Ribona Camurena 2022, prima volta non solo per la cantina ma anche per la denominazione. I fratelli Andrea e Leonardo Saputi sono figli di una famiglia da molti anni impegnata nella coltivazione del vitigno bianco simbolo per antonomasia della viticoltura maceratese.

In Umbria, regione per anni associata quasi solo ai rossi, il Trebbiano spoletino fa vincere il massimo riconoscimento a Goretti con Il Trebbio 2024. L’azienda alle porte di Perugia porta avanti con orgoglio e abilità una produzione di tutto rispetto nel panorama vitivinicolo regionale.

Le quattro nuove cantine del Lazio rappresentano forse la sorpresa maggiore, confermando il panorama più elettrizzante del solito per la regione. I nuovi ingressi si devono a due vitigni in particolare: la Malvasia del Lazio (o Malvasia Puntinata) e il Cesanese. Per la Malvasia, tre aziende ottengono per la prima volta i Tre bicchieri con interpretazioni di questo autoctono bianco: a Frascati, Gabriele Magno (con il Frascati Superiore Riserva La Torretta di Valle Marciana 2023), Villa Simone (azienda storica con il Frascati Superiore Riserva Vigneto Falconieri 2020) e Emiliano Fini con il Lavente 2023. Per il Cesanese, vengono premiati l’Olevano Romano Cesanese Riserva 2021 di Damiano Ciolli e il Cesanese del Piglio Torre del Piano Riserva 2022 di Casale della Ioria.

In Campania, il ritorno sul gradino più alto del podio dopo tantissimi anni di un Casavecchia, il Nulla è per Caso 2022, coincide con la prima volta tra i Tre bicchieri per la giovane azienda di Teresa Mincione. L’altra novità è l’azienda di Laura De Vito, premiata per il Fiano di Avellino Arianè 2023.

La Puglia vede i vini a base di primitivo fare incetta di premi tra le tre nuove cantine: Curtomartino, fondata da pochi anni, con il Gioia del Colle Primitivo Terracava 2023 prodotto da Pasquale Gentile, che ha ereditato la vigna dalla mamma per un sorteggio, e Schola Sarmenti con il Cubardi 2023, autentico simbolo dell’enologia salentina.

In Calabria, una cooperativa agricola, la Caparra & Siciliani, viene premiata per la prima volta grazie al Cirò Rosso Classico Superiore Lice Riserva 2022. Questo riconoscimento consolida definitivamente la rinascita della Calabria vitivinicola, come sottolineato più volte nella guida.

La Sicilia vede due cantine premiate per la prima volta: Possente con un Catarratto, il Cinque Inverni Catarratto 2018, vitigno che sta vivendo da qualche tempo un momento di gloria, e l’Etna Rosso Contrada Arcuria 2023 di Restivo, giovane cantina di Francesco Restivo Graci, gioielliere di professione e vignaiolo per passione.

La Sardegna presenta due nuove cantine che vincono con due Cannonau, che sempre più spesso si apre a interpretazioni più slanciate e moderne privilegiando freschezza, bevibilità ed eleganza. È il caso del Cannonau di Sardegna Perdas Longas 2023 di Francesco Cadinu, in attività dal 2015, i cui vini sono un riflesso del terroir di Mamoiada.

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