
Intervenuto in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato per illustrare l’impianto del disegno di legge di bilancio 2026, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti ha indicato come criterio ispiratore della manovra la necessità di proteggere il tessuto industriale. “Non siamo un grande potenza, quindi dobbiamo giocare in difesa. La nostra linea è chiara: disciplina, pressione, intensità. Se non interveniamo, l’industria europea rischia di scomparire nei prossimi cinque anni”.
Il ministro ha ricordato come il contesto macroeconomico sia radicalmente cambiato rispetto a cinque anni fa, quando i tassi d’interesse erano negativi: “Oggi ci confrontiamo con tassi al 4% e questo ha un impatto diretto sulla gestione del debito pubblico, che resta un grande fardello”. In questo quadro, ha ribadito l’impegno del governo a contenere lo spread: “Non lo quantifico” – ha detto a proposito degli effetti positivi del calo del differenziale di rendimento con i titoli tedeschi – ma se fosse rimasto alto, avremmo pagato un punto e mezzo percentuale in più di interessi”.
Sul fronte energetico, Giorgetti ha ricordato come l’invasione russa dell’Ucraina abbia sconvolto il quadro europeo, colpendo in particolare paesi come Italia e Germania, storicamente dipendenti dal gas russo. “Abbiamo neutralizzato la dipendenza, ma con costi più alti, perché non abbiamo fonti nostre”. Ha annunciato che la prossima settimana, in sede Ecofin, si discuterà della direttiva energetica del 2021.
A proposito del fiscal drag, il ministro ha invitato a considerare l’intero pacchetto di riforme fiscali avviate dal 2022, incluso il taglio del cuneo contributivo. Tutte le riduzioni fiscali hanno interessato i redditi bassi sotto i 35 mila euro annui. Non è stato concesso nulla ai redditi più alti, il cosiddetto ceto medio. “Per le fasce meno agiate la compensazione c’è stata, fino a 35mila euro. Ecco perché siamo intervenuti in modo selettivo” a favore del ceto medio. “Un intervento equilibrato che tiene conto del complesso delle misure adottate”, ha continuato Giorgetti.
Per i giovani ci sono altre iniziative particolari e dall’inizio “abbiamo politicamente detto che avremmo realizzato progressivamente la riforma fiscale e in questo senso step by step ci stiamo indirizzando” ma “non può esserci solo lo Stato” ha sottolineato. Serve un sistema che creda nei giovani: università, imprese, società. Quanto ai consumi il ministro ha evidenziato la necessità di rilanciarli, ma tenendo conto che “la propensione al risparmio è in aumento”.
Giorgetti si è espresso anche sul tema della sanità: “Rifiuto l’idea che non siano stati fatti stanziamenti adeguati negli anni passati e quest’anno”. Il costo della sanità è aumentato ma “abbiamo fatto interventi eccezionali, anche per rimediare a disastri del passato come il payback. Abbiamo evitato di far fallire migliaia di aziende – ha aggiunto Giorgetti, evidenziando anche che “una gestione oculata può ridurre le liste d’attesa”. Il ministro ha affrontato anche la questione dei comuni in dissesto economico, definendo “inaccettabile” che il mancato incasso dei tributi da parte di alcuni enti ricada su tutti i cittadini. Sono stati messi a disposizione degli strumenti per affrontare il problema. “I debiti dei comuni – ha detto – li paga lo Stato, quindi tutti”. Giorgetti ha confermato che la spesa per la difesa sarà portata al 2% del Pil, “nel rispetto degli impegni internazionali e con richiesta di clausola derogatoria una volta usciti dalla procedura d’infrazione”.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
