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Crescita al Sud: medie imprese chiudono il 2024 a +1,8% e guardano fiduciose al 2025

Crescono ancora le medie imprese del Mezzogiorno, con un aumento del fatturato dell’1,8% nel 2024 contro il -1,7% del Centro-Nord, e un +78,1% nel decennio 2014-2023 rispetto al +52,8% delle altre aree. Anche le previsioni per il 2025 appaiono rosee, con un aumento del fatturato stimato al 65,4%, contro il 55,4% del Centro-Nord, con un 21,2% che rimane stabile. È quanto emerge dal report “Scenario competitivo, Esg e innovazione strategica nelle medie imprese del Mezzogiorno”, realizzato dall’Area studi Mediobanca, Centro studi Tagliacarne e Unioncamere, presentato a Matera nei gironi scorsi.

Il comparto delle Mid-cap del Meridione conta 408 società a controllo familiare con 50-499 dipendenti e fatturato tra 19 e 415 milioni di euro, generando l’11,8% del valore aggiunto manifatturiero del Sud.​

Il 79,6% delle medie imprese del Sud intende espandersi in nuovi mercati nei prossimi due anni per contrastare dazi e barriere, superando il 68,3% delle altre aree. Gli investimenti green e tecnologici sono prioritari: 42,9% accelera sul verde, 61,2% su tecnologia.​

La concorrenza sui prezzi preoccupa il 64% delle imprese del Sud (70,7% Centro-Nord), seguita da caro-energia (oltre 60% ha subito rincari, con impatto sui margini per il 60%). Il mismatch di competenze colpisce il 75% delle Mid-Cap meridionali, specie tecniche (40,4%), Stem (21,3%) e green (19,1%), frenando la crescita per il 23,2%. La burocrazia ostacola la transizione Esg per il 41,3%, nonostante il 73,7% punti su rinnovabili.

Una media impresa su quattro nel Mezzogiorno dichiara di subire un impatto significativo dai dazi introdotti dall’amministrazione americana. La metà delle aziende prevede, come conseguenza diretta, un calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Ancora più eloquente il dato sulla resilienza: soltanto il 7,8% degli imprenditori è disposto a sopportare il peso dei dazi pur di continuare a presidiare il mercato americano.

“Le medie imprese del Mezzogiorno si confermano un importante volano di crescita del Sud e stanno dimostrando di poter correre anche più velocemente di quelle del Centro-Nord – detto il presidente di Unioncamere, Andrea Prete – per questo vanno sostenute rimuovendo gli ostacoli che ne frenano lo sviluppo, a partire dagli incentivi per l’export e i servizi per l’internazionalizzazione dove le Camere di commercio possono dare il loro concreto supporto. Soprattutto dopo le difficoltà create dai dazi Usa”.

“La crescita delle medie imprese del Mezzogiorno e la loro intenzione di reiterarla nel prossimo futuro segnalano la felice intersezione tra due attributi: quello geografico e quello relativo a uno specifico modello capitalistico. Si tratta di una tendenza che merita di essere sostenuta sia dal decisore pubblico sia dagli attori del mercato finanziario, penso in particolare a quei fondi di private equity che si fanno portatori di una vera proposta imprenditoriale e non semplicemente di misure di puro efficientamento” sostiene il direttore dell’Area studi Mediobanca, Gabriele Barbaresco.

“Le medie imprese lucane e quelle del Mezzogiorno sono le vere campionesse del capitalismo familiare e si mostrano pronte alle sfide globali: dalle transizioni in atto all’espansione su nuovi mercati. Sta a tutti noi sostenere questi sforzi di innovazione e internazionalizzazione, rimuovendo gli ostacoli e snellendo al massimo la burocrazia” ha sottolineato il presidente della Camera di commercio della Basilicata, Michele Somma.

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