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Ambiente: “green economy” per ripartire. Ecco il pacchetto degli Stati generali

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Energia e clima, economia circolare, green city e territorio, mobilità urbana, sistema agroalimentare. Sono questi i settori strategici dai quali ripartire con un pacchetto di misure innovative e di proposte programmatiche di green economy, in modo da attivare uno sviluppo durevole, una ripresa degli investimenti e dell’occupazione e dare una risposta rapida alla crisi climatica, utilizzando le risorse messe a disposizione di Next Generation EU.

A stilare i punti cardine della ripresa green, è stata la nona edizione degli Stati Generali della Green Economy, organizzati dal Consiglio Nazionale della Green Economy, formato da 69 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico e della Commissione europea e il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. La manifestazione quest’anno ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica.

Le proposte, approvate dal Consiglio Nazionale della Green Economy, hanno il duplice scopo:

  1. contribuire a tradurre le potenzialità del nuovo contesto in proposte di misure per lo sviluppo degli investimenti per la green economy da attuare nel breve termine per la ripresa dell’economia italiana;
  2. consolidare un quadro di riferimento per le riforme necessarie per un salto di qualità nello sviluppo della green economy in Italia.

Eccole nel dettaglio le proposte fatte circolare in un comunicato dalConsiglio Nazionale della Green Economy

ENERGIA E CLIMA

Si punta a indirizzare i finanziamenti europei di Next Generation EU a supporto dei processi di innovazione tecnologica per la produzione di idrogeno verde, per la decarbonizzazione, per potenziare -sia con nuovi impianti sia migliorando la capacità esistente- produzione, distribuzione, stoccaggio e uso di fonti rinnovabili di energia e miglioramenti dell’efficienza energetica. Puntano inoltre a sostenere un utilizzo esteso dell’ecobonus 110%, da estendere fino al 2024, applicare criteri climatici stringenti per indirizzare gli investimenti, a introdurre una graduale carbon tax per i settori non coperti dal meccanismo europeo dell’Ets.

ECONOMIA CIRCOLARE

Aumentare i finanziamenti del Piano transizione 4.0 -prorogando per un quinquennio le misure di sostegno agli investimenti delle imprese e raddoppiando sia la misura degli incentivi sia il limite degli investimenti agevolabili- per sostenere, attraverso il credito d’imposta, investimenti destinati a misure per l’economia circolare quali, ad esempio, la progettazione di prodotti che durino più a lungo e siano concepiti per essere riutilizzati, riparati o sottoposti a procedimenti di riciclo; incentivare gli investimenti per lo sviluppo della bioeconomia circolare, per l’utilizzo della biomassa locale e nazionale, per migliorare gli impianti e le tecnologie, per l’utilizzo dei sottoprodotti, il riciclo dei rifiuti in plastica, del settore edile, nonché quelli organici e dei fanghi.

GREEN CITY E TERRITORIO

Finanziare un programma nazionale di rigenerazione urbana che recuperi e valorizzi aree degradate ed edifici dismessi per non consumare nuovo suolo, aumentare le infrastrutture verdi e gli spazi e adottando misure di mitigazione e di adattamento climatico. Per sostenere la ripresa in chiave green si punta inoltre ad aumentare al 30% territorio e il mare tutelati.

MOBILITÀ URBANA

Aumentare gli investimenti con l’obiettivo di potenziare il trasporto pubblico, la sharing mobility, le piste ciclabili, facendo scendere al 2030 il tasso di motorizzazione privato italiano al di sotto di 500 auto per 1.000 abitanti. E inoltre estendere gli incentivi all’elettrificazione, raggiungere entro il 2030 la quota del 25% dei consumi di energia prodotta da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti.

SISTEMA AGROALIMENTARE

Propone di incentivare la diffusione delle produzioni agricole basate sui principi dell’agroecologia che favoriscono la limitazione dell’uso di prodotti fitosanitari, l’incremento della fertilizzazione organica, la riduzione delle emissioni di gas serra, la cattura del carbonio nonché l’aumento della produzione biologica. Attivare iniziative di incentivazione fiscale per l’applicazione di modelli di business circolari nei settori della trasformazione alimentare.

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