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Caldo estremo: aumentano i rischi per la salute dei lavoratori

Sale la colonnina di mercurio e aumentano i rischi per la salute, soprattutto per i lavoratori che svolgono attività all’aperto come agricoltori, operai dell’edilizia civile e stradale, del comparto portuale, marittimo e balneare e i rider. Per tutelare queste tipologie di lavoratori esposti a possibili shock termici, parecchie regioni italiane hanno emanato un’ordinanza in vigore fino al 31 agosto 2024, che prevede l’obbligo di sospendere le attività lavorative tra le ore 12:30 e le ore 16:00 nelle giornate in cui la temperatura raggiungerà i 35°C nelle zone critiche.

Al momento sono dodici le regioni che hanno pubblicato questo provvedimento, molte delle quali nell’Italia meridionale (Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Molise), isole comprese (Sicilia e Sardegna), e centrale (Lazio, Abruzzo, Toscana e Umbria) e una dell’Italia settentrionale (Emilia-Romagna). È notizia proprio di questi giorni che anche il Piemonte abbia emesso una ordinanza dai contenuti simili.

Con l’obiettivo di valorizzare e approfondire le conoscenze acquisite relativamente agli impatti delle temperature estreme sulla salute, sicurezza e produttività aziendale, viene istituito a maggio 2023 il progetto, dalla durata biennale, “Worklimate 2.0”, coordinato dall’Istituto per la Bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche insieme a Inail, e con il contributo di altri cinque partner.

Altre finalità del progetto sono quelle di migliorare e implementare strumenti e strategie di intervento già disponibili e dedicate a varie aree lavorative oltre che sviluppare nuove soluzioni tecnologiche, informative e formative per una migliore azione di prevenzione e gestione del rischio a livello aziendale di utilità per i lavoratori, le figure della prevenzione (RSPP, RLS, DL e MC) e i datori di lavoro.

È operativa la piattaforma previsionale web e la web app per fornire previsioni personalizzate sulla base delle caratteristiche individuali dei lavoratori e quelle dell’ambiente di lavoro (lavoro esposto al sole o in zone d’ombra), un vero e proprio sistema di allerta da caldo, integrato meteo-climatico ed epidemiologico, specifico per il settore occupazionale.

Quest’anno, nel mese di luglio, il team del progetto è stato impegnato in alcuni casi studio in Sicilia (a Trapani e Marsala), regione particolarmente interessata dalle ondate di calore, monitorando dal punto di vista fisiologico alcuni lavoratori impegnati all’aperto nel settore dei servizi ambientali (raccolta rifiuti) oltre che raccogliendo preziose informazioni microclimatiche nei luoghi di lavoro.

Altri casi studio sono stati organizzati in Toscana, monitorando lavoratori impegnati in altri settori lavorativi particolarmente esposti al caldo (settore agricoltura), ma anche in ambienti indoor non climatizzati (logistica).

A partire dal 5 agosto il team sarà, invece, impegnato in Sardegna (Terre del Campidano) per altri casi studio nel settore dei servizi ambientali, raccogliendo dati che utili a meglio comprendere cosa accade ai lavoratori quando esposti per molte ore a condizioni di caldo intenso e come si comportano per contrastare questa drammatica situazione.

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