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Coltivaitalia: un miliardo di euro per rilanciare l’agricoltura italiana e la sovranità alimentare

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Cambiamenti in arrivo per l’agricoltura italiana, un settore da sempre pilastro dell’economia nazionale. Alcune agenzie stampa fanno sapere che il governo si appresta a varare un disegno di legge ambizioso, denominato ‘Coltivaitalia’, collegato alla legge di Bilancio, che promette di riversare ingenti risorse nel settore primario. L’obiettivo è chiaro: rafforzare la sovranità alimentare, incentivare il ricambio generazionale e investire in ricerca e semplificazione.

Si apprende da un articolo de Il Sole 24 Ore di oggi, giovedì 24 luglio 2025, che Francesco Lollobrigida, attuale titolare del dicastero di via XX Settembre, sta per annunciare un investimento totale di un miliardo di euro destinato all’agricoltura italiana. Le risorse saranno distribuite su un arco temporale di tre anni, dal 2026 al 2028. Anche l’Agi riporta la notizia, sottolineando come, secondo fonti dell’esecutivo e del ministero dell’Agricoltura, non si registravano investimenti di tale entità nel settore agricolo dal 1977, quando l’allora ministro Giovanni Marcora varò la legge Quadrifoglio.

Il significativo stanziamento nazionale non ancora annunciato ufficialmente, arriva in un momento cruciale, a pochi giorni dalla proposta della Commissione europea per il bilancio 2028-2034, che ipotizza un taglio delle risorse destinate alla Politica agricola comune (Pac) da 386 a 300 miliardi di euro, il che per l’Italia significherebbe circa 8 miliardi in meno in sette anni. ‘Coltivaitalia’ si propone di compensare questa potenziale riduzione di fondi europei con risorse nazionali aggiuntive.

Per l’Agi il governo è consapevole del ruolo cruciale dell’agricoltura, motore trainante per l’economia nazionale. Convinzione avvalorata dai dati Istat che certificano come nel 2024, l’agricoltura italiana si sia posizionata come prima in Europa per valore aggiunto (42,4 miliardi di euro). Il reddito degli agricoltori italiani è cresciuto del 12,5%, un dato significativamente superiore alla media europea dell’1,6%. Inoltre, la stima del valore dell’export agricolo si aggira sui 70 miliardi di euro.

Il ddl ‘Coltivaitalia’ concentrerà la maggior parte delle risorse in parti uguali su tre settori strategici, considerati i più deboli e dipendenti dall’estero:

  • il comparto olivicolo – L’Italia, pur essendo un Paese esportatore e con un elevato consumo interno, è costretta ad importare olio d’oliva. Il piano mira a sostenere la ricostituzione di tutta la capacità produttiva nazionale, non solo nelle aree colpite da fitopatie come la Puglia, per aumentare la produzione interna.
  • la produzione di cereali e proteine vegetali – L’obiettivo primario è ridurre la dipendenza dall’estero per coltivazioni cerealicole e proteiche, in particolare quelle destinate alla mangimistica. Il piano intende accelerare il sostegno alla produzione nazionale di soia per smarcarsi dall’importazione di cereali e legumi per l’alimentazione animale. Un settore di mangimistica nazionale più robusto è visto come un pilastro fondamentale per un allevamento più forte.
  • il settore dell’allevamento (zootecnia) – L’Italia importa ancora una quota significativa di capi di bestiame. La filosofia della sovranità alimentare mira a raggiungere una indipendenza sempre maggiore anche in questo ambito, rafforzando l’allevamento nazionale.

Il piano ‘Coltivaitalia’ non si limita agli investimenti settoriali, ma abbraccia una visione più ampia per il futuro dell’agricoltura italiana. Oltre 100 milioni di euro saranno dedicati a misure per i giovani. Si prevede un sostegno specifico per le imprese condotte da under 40, facilitando il loro accesso al credito. Una misura innovativa è la disponibilità di oltre 8mila ettari di terre in comodato d’uso gratuito per dieci anni, un’opportunità unica per i giovani agricoltori. Questo aspetto si estende anche alla ricerca agricola applicata.

Il disegno di legge include norme per la semplificazione dei rapporti tra Stato e imprese. Un capitolo importante riguarda la trasparenza nelle etichette, in particolare per la provenienza degli oli miscelati, garantendo maggiore chiarezza per il consumatore.

Uno stanziamento da 13,5 milioni di euro sarà poi riservato alla ricerca. Questo include la sperimentazione del miglioramento genetico nelle colture e l’applicazione dell’agromeccanica di precisione, con un contributo per l’assunzione di personale specializzato. Sarà inoltre creata una banca dati dei terreni “silenti” (inattivi) per riportarli rapidamente in attività.

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