
Tra il 1991 e il 2023 si contano perdite agricole causate da disastri ambientali per 3,26 trilioni di dollari, con importi annuali passati negli ultimi anni da 64 a 144 miliardi di dollari. È quanto rilevato dal rapporto biennale dell’Organizzazione delle nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) “L’impatto dei disastri sull’agricoltura e la sicurezza alimentare 2025″. Si tratta della valutazione globale più completa ad oggi su come i disastri – dalla siccità alle inondazioni, dai parassiti alle ondate di calore marino – stiano sconvolgendo la produzione alimentare, i mezzi di sussistenza e la nutrizione. Le colture di cereali sono le più colpite, con 4,6 miliardi di tonnellate perse, seguite da frutta e verdura (2,8 miliardi di tonnellate), carne e latticini (900 milioni di tonnellate). Questi dati evidenziano quanto i disastri naturali, insieme a conflitti e shock economici, rappresentino un serio ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo “Fame zero”.
Le catastrofi non interrompono solo la produzione, ma compromettono i quattro pilastri della sicurezza alimentare: disponibilità, accesso, utilizzo e stabilità. Le perdite di produzione corrispondono globalmente a una riduzione di circa 320 calorie pro capite al giorno, con gravi carenze di ferro, vitamine e minerali essenziali, impattando in modo sproporzionato le popolazioni più vulnerabili. Anche la pesca e l’acquacoltura, che sostengono 500 milioni di persone, soffrono perdite significative causate da ondate di calore marine, spesso non valutate adeguatamente.
Il rapporto sottolinea come le tecnologie digitali, dall’intelligenza artificiale ai sistemi di allerta precoce, stiano rivoluzionando la gestione del rischio agricolo. Soluzioni digitali interoperabili permettono di trasformare dati climatici e socioeconomici in informazioni azionabili, facilitando decisioni tempestive e prevenzione. Oggi milioni di agricoltori accedono a assicurazioni parametriche digitali e molte comunità utilizzano sistemi di allerta per evacuazioni tempestive. Tuttavia, la trasformazione digitale efficace richiede un coinvolgimento diretto degli agricoltori e il superamento del divario digitale che lascia offline 2,6 miliardi di persone.
Integrare la riduzione del rischio di catastrofi nelle politiche agricole, combinare innovazione tecnologica con sviluppo delle capacità e creare forti partenariati multi-stakeholder sono priorità chiave del rapporto Fao. Investire nella prevenzione può generare ritorni economici fino a sette volte superiori rispetto ai costi. Il rapporto invita a una trasformazione urgente dei sistemi agroalimentari per garantire resilienza, sicurezza alimentare e nutrizione adeguata nel contesto dei crescenti rischi climatici e sociali.
“Mentre lavoriamo per raggiungere l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il tempo stringe. La finestra temporale per costruire sistemi agroalimentari in grado di nutrire una popolazione globale in crescita e al contempo di adattarsi agli shock climatici si sta restringendo – ha dichiarato Qu Dongyu, direttore generale della Fao. “Eppure, questo rapporto dimostra che la trasformazione è possibile quando conoscenza, tecnologia e volontà politica si allineano con la saggezza e l’azione delle comunità agricole. Raccomando questo rapporto a tutti coloro che condividono la nostra visione di un mondo libero dalla fame e dalla malnutrizione. Che serva non solo come valutazione completa delle sfide, ma anche come catalizzatore per l’azione trasformativa necessaria per garantire che l’agricoltura possa svolgere il suo ruolo fondamentale: nutrire l’umanità e al contempo prendersi cura del pianeta per le generazioni future”.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
