![sprechi alimentari](https://unsic.it/wp-content/uploads/2019/04/Cibo-1024x710.jpg)
Si chiama Lowinfood e punta a ridurre gli sprechi nelle filiere alimentari, incentivando la sostenibilità ambientale. Il nuovo progetto che vede la Regione Emilia-Romagna in prima fila insieme ad altri 26 partner europei, è finanziato dalla Commissione Ue con 6 milioni di euro e punta a perfezionare e diffondere innovazioni di tipo tecnologico, sociale, gestionale e organizzativo per ridurre le perdite e gli sprechi di cibo nel passaggio dal campo alla tavola, in particolare nei settori ittico, dell’ortofrutta e della panificazione. Il progetto ha come capofila l’Università della Tuscia, con sede a Viterbo, e che tra i partner di spicco vede coinvolta anche l’Università di Bologna, insieme ad altri atenei e centri di ricerca, start up specializzate nell’innovazione, imprese e associazioni che operano nel settore del food appartenenti a 12 Paesi europei.
“Una sfida di non poco conto: si stima – si legge sul sito della Regione – che gli sprechi alimentari ammontino alla stratosferica quantità di quasi 90 milioni di tonnellate all’anno in Europa, pari a circa il 20% del cibo totale prodotto. Una scommessa, la riduzione delle perdite lungo le catene di produzione e approvvigionamento alimentare, che è tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e fatti propri anche dall’Ue, che si è impegnata a dimezzare gli sprechi di cibo entro quella data”.
Grazie al sistema gestionale improntato alla massima efficienza dal 2012 al 2020 sono state ritirate dal mercato e destinate agli enti benefici che operano in Emilia-Romagna oltre 36 mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli freschi, oltre 130 mila in tutta Italia.