venerdì , Dicembre 5 2025
Home / Comunicazione / Agricoltura, Pesca & Ambiente / Enea, dagli scarti del biogas nuovi prodotti per l’agricoltura

Enea, dagli scarti del biogas nuovi prodotti per l’agricoltura

I ricercatori Enea hanno ottenuto nuovi prodotti per l’agricoltura, come concimi, ammendanti e acqua ‘purificata’ per l’irrigazione, dallo scarto di produzione del biogas. Il risultato è stato raggiunto nell’ambito del progetto “BIOSOS – BIOgas SOStenibile” coordinato dall’Università di Camerino, grazie a un innovativo processo di filtrazione a due stadi che ha permesso di estrarre dalla frazione liquida del digestato nutrienti (azoto, fosforo e potassio) e sostanze organiche utilizzabili come fertilizzanti e ammendanti agricoli.

Inoltre, secondo i ricercatori il sistema consentirebbe di recuperare fino all’80% dell’acqua in uscita dal digestore, riutilizzabile all’interno del processo di biogasificazione, per la diluizione dei concimi o per l’irrigazione dei campi, un elemento di particolare rilievo considerando l’aumento degli eventi siccitosi riconducibili ai cambiamenti climatici.

“Con questa innovazione vogliamo offrire il nostro contributo al raggiungimento degli obiettivi europei, in particolare della strategia Farm to Fork che prevede una riduzione del 20% nell’utilizzo di fertilizzanti di sintesi entro il 2030; questi ultimi sono ad alta intensità energetica, contribuiscono all’esaurimento di risorse minerali come il fosforo e generano maggiori emissioni di gas serra”, ha spiegato Gian Paolo Leone del Laboratorio bioeconomia circolare e responsabile per Enea del contratto commissionato dall’Università di Camerino.

Punto focale della sperimentazione Enea è l’uso di una particolare tecnologia di filtrazione che da anni è al centro delle attività di ricerca della Divisione Sistemi Agroalimentari Sostenibili. “Si basa su un processo di separazione dei liquidi dove il fluido scorre parallelamente alla superficie della membrana che separa in modo efficiente l’acqua e i sali dalle sostanze organiche concentrate. La stessa tecnologia è già utilizzata per estrarre molecole di interesse alimentare, nutraceutico e cosmetico, per recuperare proteine dai reflui lattiero-caseari (come il siero di caseificazione) e molecole antiossidanti come polifenoli e flavonoidi dalle acque di vegetazione olearie, nonché per la dissalazione di acque salmastre e marine ai fini dell’approvvigionamento idrico”, ha sottolineato Daniele Pizzichini, ricercatore del Laboratorio Enea bioeconomia circolare.

Con l’aumento della diffusione dei digestori anaerobici per la produzione di biogas da biomassa e rifiuti organici è cresciuta anche la produzione di digestato, sottoprodotto del processo di biogasificazione. Nel 2022, i volumi di digestato prodotti negli impianti europei hanno raggiunto quasi 31 milioni di tonnellate (Mt) di sostanza secca (con un contenuto di azoto pari a 1,7 Mt, di fosforo di 0,3 Mt e di potassio a 0,2 Mt[6]), con previsioni di crescita fino a 75 milioni di tonnellate nel 2030 e 177 milioni di tonnellate nel 2050.

In Italia, la produzione annuale di digestato si attesta a circa 3 Mt. L’attenzione verso questo sottoprodotto è dovuta soprattutto alla presenza di nutrienti essenziali come azoto, fosforo e potassio, in particolare quando il digestato proviene dalla digestione di letame animale.

Questi nutrienti, in linea con i principi dell’economia circolare, possono essere recuperati e utilizzati come concimi agricoli, con impatti positivi sia sul piano ambientale che economico, tenuto conto che il mercato globale dei fertilizzanti ha raggiunto nel 2023 un valore di 202 miliardi di dollari, con previsioni di crescita fino a 257 miliardi di dollari entro il 2032, trainato principalmente dall’aumento della popolazione globale e dalla crescente domanda di cibo.

Check Also

bioeconomia

La Commissione Ue presenta la nuova strategia per una bioeconomia competitiva e sostenibile

La Commissione europea ha adottato una nuova strategia per la bioeconomia, che punta a fare …