
L’Europa si trova sempre più spesso a fare i conti con gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Secondo un nuovo rapporto pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), ondate di calore, alluvioni, siccità e incendi boschivi stanno colpendo il continente con crescente intensità, mettendo a dura prova la salute pubblica, gli ecosistemi e le economie nazionali.
Nel solo 2023, le perdite economiche causate da eventi climatici estremi hanno superato i 45 miliardi di euro in 38 Paesi europei. Dal 1980 al 2023, il totale delle perdite ha raggiunto la cifra impressionante di 790 miliardi di euro (a prezzi attuali), con Germania, Italia, Francia e Spagna tra gli Stati più colpiti. La Slovenia, invece, detiene il triste primato delle perdite pro capite più elevate.
Le principali cause di danno sono dovute a:
– alluvioni e tempeste (inclusi vento e grandine): 73% delle perdite totali;
– ondata di calore: 19% delle perdite, ma responsabili del 95% delle vittime;
– siccità e incendi boschivi: 8% delle perdite.
Uno degli aspetti più critici messi in luce dal rapporto è il basso livello di copertura assicurativa: meno di un terzo delle perdite economiche non umane era assicurato. In molti Paesi, oltre il 50% delle perdite non era coperto, con punte superiori al 90%. Questo divario espone le finanze pubbliche a pressioni crescenti e rende più difficile la ripresa dopo eventi estremi.
L’analisi delle perdite economiche medie annue mostra un trend allarmante pari a circa 8,5 miliardi di euro nel periodo 1980-1989, 14,0 miliardi nel periodo 1990-1999, 15,8 miliardi nel periodo 2000-2009, 17,8 miliardi nel periodo 2010-2019 e 44,5 miliardi nel periodo 2020-2023. Una media trentennale rivela un aumento del 53% dal 2009 al 2023, pari a un incremento annuo del 2,9%.
La prima valutazione europea del rischio climatico ha identificato 36 rischi principali, molti dei quali sono già a livelli critici. Si prevede che gli eventi estremi legati al clima si intensificheranno ulteriormente, purtroppo il ritmo di adattamento non sta tenendo il passo. Secondo l’Eea, è infatti improbabile che l’Ue riesca a ridurre significativamente le perdite economiche entro il 2030, nonostante gli sforzi in corso. La strategia dell’Ue per l’adattamento climatico, adottata nel 2021, mira a rafforzare la resilienza delle società europee e ridurre le perdite economiche, promuovendo soluzioni basate sulla natura e misure di adattamento a livello locale, regionale e nazionale. Tuttavia, per essere efficace, la strategia deve essere pienamente attuata e accompagnata da investimenti mirati e da un approccio integrato alla gestione del rischio.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
