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Granarolo e Lactalis: il prezzo del latte rischia di superare i 2 euro

Due realtà industriali unite contro il caro prezzi. Granarolo e Lactalis insieme lanciano l’allarme: il prezzo del latte al consumatore rischia di superare i 2 euro. Le due società leader nel mercato latteo-caseario in un comunicato congiunto pongono all’attenzione del governo sulla necessità di un intervento pubblico contro l’inflazione.

“Ad oggi l’inflazione ha portato a un aumento di listino del 23/24 per cento ma i costi energetici continuano a crescere in misura esponenziale. Chiediamo un provvedimento transitorio per contenere un aumento dell’inflazione scatenato prevalentemente da questioni geopolitiche e da evidenti fenomeni speculativi. Si rende necessario un intervento urgente del Governo”, chiedono all’unisono Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo e Giovanni Pomella, AD di Lactalis Italia.

Si legge nel documento: “A fronte di una situazione che non consente ritardi nelle risposte della politica, il Gruppo Granarolo e il Gruppo Lactalis in Italia, superano i consueti antagonismi di mercato e, insieme, pongono all’attenzione del Governo la forte preoccupazione per un’inflazione galoppante che da 12 mesi colpisce l’agroalimentare italiano e in particolare il settore lattiero caseario. Occorre un intervento pubblico che scongiuri conseguenze ancora più disastrose per le migliaia di imprese che compongono la filiera. L’inflazione ha toccato in maniera importante, con numeri a doppia cifra, quasi tutte le voci di costo che compongono la filiera del latte: alimentazione animale (aggravata dalla siccità che riduce sia i raccolti degli agricoltori sia la produzione di latte) che ha reso necessario un aumento quasi del 50 per cento del prezzo del latte riconosciuto agli allevatori, packaging (carta e plastica sono in aumento costante da mesi), ulteriori componenti di produzione impiegati nella produzione di latticini. Oggi, però, la preoccupazione maggiore è rappresentata dall’incremento dei costi energetici che nelle ultime settimane sono aumentati a tal punto da rendere difficile trasferirli sul mercato, in un momento economicamente complesso per le famiglie italiane. Nonostante entrambe le aziende abbiano assorbito autonomamente un’inflazione che oscilla tra il 25 per cento e il 30 per cento, dalla primavera il prezzo del latte per il consumatore è cresciuto raggiungendo gli 1,75/1,80 Euro/litro (dato Nielsen) e potrebbe aumentare ulteriormente entro dicembre 2022. È impensabile che un alimento primario e fondamentale nella dieta italiana possa subire una penalizzazione così forte da comprimerne la disponibilità di consumo”.

Il Gruppo Granarolo rappresenta la più importante filiera italiana del latte direttamente partecipata da produttori associati in forma cooperativa. Riunisce infatti oltre 600 allevatori produttori di latte, un’organizzazione di raccolta della materia prima alla stalla con 70 mezzi, 720 automezzi per la distribuzione, che movimentano 850 mila tonnellate/anno e servono quotidianamente circa 50 mila punti vendita presso i quali 20 milioni di famiglie italiane acquistano prodotti Granarolo. Il Gruppo Granarolo comprende due realtà diverse e sinergiche: una cooperativa di produttori di latte – Granlatte – che opera nel settore agricolo e raccoglie la materia prima – e una società per azioni – Granarolo S.p.A. – che trasforma e commercializza il prodotto finito e conta quattordici siti produttivi dislocati sul territorio nazionale, due siti produttivi in Francia, tre in Brasile, uno in Nuova Zelanda, uno nel Regno Unito, uno in Germania e uno negli Stati Uniti.

Il Gruppo Lactalis in Italia è parte del Gruppo francese Lactalis, leader mondiale dei prodotti lattiero-caseari con oltre 21,1 miliardi di euro di fatturato, 85.000 collaboratori e 266 stabilimenti in 51 Paesi. Lactalis è presente in Italia da più di 30 anni e prende vita dai più prestigiosi marchi della tradizione casearia italiana: Invernizzi, Cademartori, Locatelli e Galbani, leader di mercato e dei formaggi italiani nel mondo. Nel 2011 viene acquisita Parmalat, leader in Italia nel mercato del latte, nel 2020 si finalizza l’acquisizione del Gruppo Castelli, leader nella produzione e distribuzione dei formaggi DOP italiani, mentre nel 2021 il portafoglio prodotti si è arricchito con l’ingresso di Leerdammer. Il Gruppo Lactalis in Italia, con quasi 4.000 referenze di prodotto tra latte, formaggi, salumi e Dop, è costituito da cinque Business Unit: Galbani Formaggi, Galbani Salumi, Parmalat, Leerdammer e Castelli. Con un fatturato di oltre 2,5 miliardi di euro, Lactalis in Italia si avvale oggi di quasi 5.000 collaboratori e conta 30 stabilimenti produttivi sul territorio nazionale.

“Per quanto concerne le sole energie, se non avviene un’inversione di rotta, si tratta di una inflazione del 200 per cento nel 2022 rispetto al 2021 e un rischio di oltre il 100 per cento nel 2023 rispetto al 2022- ha dichiarato il presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari. “È insostenibile anche da parte di una grande azienda, dal momento che si protrae nel tempo e che se fosse scaricata tal quale sul mercato colpirebbe significativamente i nostri consumatori e avrebbe inevitabili conseguenze sui consumi, con ricadute negative su tutta la filiera”.

“L’aumento del costo energetico sulla nostra organizzazione – ha affermato Giovanni Pomella, AD di Lactalis in Italia – ha generato un impatto devastante, che sarebbe stato anche maggiore se non fossimo intervenuti con delle coperture ad hoc. Parliamo di un +220 per cento di spesa registrato nel 2022 rispetto al 2021, e una stima di un +90 per cento nel 2023 rispetto al 2022. Le imprese sono allo stremo, hanno già fatto ben oltre le loro possibilità ed è arrivato il tempo della responsabilità pubblica. In questo drammatico frangente, come imprenditori abbiamo messo da parte le rivalità di mercato ed abbiamo unito il nostro appello al mondo politico per ribadire la necessità di intervenire responsabilmente a tutela dell’intera filiera e del consumatore”.

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