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Green economy, gli Stati generali il 5 e 6 novembre

Agenda 2030, Onu, green economy

Si terrà il 5 e 6 novembre la tredicesima edizione degli Stati generali della green economy, organizzati dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e promossi dal Consiglio nazionale della green economy.

Realizzati in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, con il patrocinio della Commissione europea, gli Stati generali si svolgeranno in occasione di Ecomondo 2024, in programma dal 5 all´8 novembre presso il quartiere fieristico di Rimini.

Tema di quest’anno “L’economia di domani: il Green deal all’avvio della nuova legislatura europea”. L’obiettivo, infatti, è avviare un confronto sulle iniziative strategiche messe a punto dall’Unione europea per la transizione ecologica e la neutralità climatica, nella convinzione che queste possano offrire opportunità significative di crescita economica, aprire a nuovi modelli imprenditoriali e mercati, favorendo lo sviluppo tecnologico e la creazione di nuovi posti di lavoro.

D’altronde, con un tasso di riciclo complessivo del 72%, ben superiore alla media europea del 58%, e un utilizzo circolare di materie del 18,7%, rispetto all´11,5% della media Ue, l’Italia si conferma leader nell’economia circolare. Questo risultato riflette l’impegno delle imprese italiane, che grazie alla loro innovazione e capacità di adattamento, continuano a essere protagoniste nella green economy globale, contribuendo alla competitività del Paese sui mercati internazionali.

Come ogni cambiamento di vasta portata, anche il Green deal ha messo in discussione interessi e punti di vista consolidati, sollevando un ampio dibattito. Allo stesso tempo, misure, direttive e regolamenti previsti dal programma europeo sono spesso poco conosciuti. Analizzare e valutare i principali provvedimenti del Green deal è, dunque, fondamentale per creare comprendere la strategia europea e creare consapevolezza su questi temi.

Inoltre, è bene anche provare a individuare le principali problematiche che si dovrebbero affrontare in questa nuova legislatura europea, tenendo conto del fatto che il Green Deal ha contribuito ad alimentare non solo la ripresa ma anche l’avvio di un’economia europea più sostenibile. La transizione energetica e climatica ha, infatti, dato risultati significativi nella riduzione delle emissioni di gas serra e nel cambiamento del modello energetico, ha dato il là ad una maggiore circolarità dell’economia e, anche se con maggiori difficoltà, la tutela del capitale naturale europeo migliora gradualmente.

´Il Green Deal nella nuova legislatura europea dovrà affrontare sfide ineludibili ormai avviate con un corposo gruppo di norme comunitarie: quella della decarbonizzazione e quella della circolarità – ha commentato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. – “Attendiamo indicazioni più precise sui contenuti e le modalità di sviluppo del ´Clean industrial deal´ per il maggiore coinvolgimento delle imprese. È auspicabile che la transizione sia sostenuta anche con nuovi e consistenti finanziamenti europei, resi disponibili con l’utilizzo di strumenti di debito comune europeo”.

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