
Buone notizie per il vino marchigiano. Rispetto ai dati dello scorso anno, la produzione ha registrato una crescita del 5%, con qualità che sfiora l’eccellenza. Tutto grazie a una vendemmia 2020 che raggiunge quota 857mila ettolitri contro gli 816mila dell’anno passato e un mercato che nonostante tutto si muove. Molto ha influito il clima che ha permesso una raccolta senza complicazioni e favorito uno sviluppo della pianta senza l’azione di parassiti o agenti patogeni. Un’annata che, dal punto di vista enologico, rappresenta una garanzia, ma che pone ancora molte sfide sul fronte dei mercati a causa dell’emergenza sanitaria in corso.
In particolare il caldo del mese di agosto e delle prime due settimane di settembre che ha favorito una buona accelerazione della maturazione, incidendo però negativamente sulla quantità. Il calo più significativo riguarda le uve a bacca rossa, come Lacrima di Morro d’Alba e Montepulciano, mentre gli altri rientrano nella media. In particolare, tra i bianchi registra un +7% sul 2019 la produzione di Verdicchio dei Castelli di Jesi.
Per quanto riguarda il mercato estero, secondo Istat le Marche del vino hanno subito una contrazione nel primo semestre del 2,2%, circa la metà rispetto alla media export nazionale (-4,2%). Tengono le vendite verso l’Ue (+4%) con il Covid-19 che ha invece fatto maggiori danni tra i buyer extra-Ue (-4,6%).
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
