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Olio di oliva, al Sud la raccolta si apre con un +34 per cento

È ufficialmente aperta la raccolta delle olive per la produzione di extravergine, che quest’anno è trainata dal Sud. Rispetto allo scorso anno, infatti, Mezzogiorno ha segnato un più 34 per cento, compensando in parte il calo del Centro Nord, diminuito di un terzo, pari a 290 mila tonnellate.

Sul calo della produzione hanno influito soprattutto il cambiamento climatico e gli eventi atmosferici estremi. I periodi di siccità da una parte, e le forti piogge e grandinate durante la fioritura dall’altra, hanno messo a dura prova gli uliveti. Quest’anno, quindi, i volumi saranno inferiori e, al momento, resta anche l’incognita della resa dell’olio, fa sapere l’Ansa.

Nel Mezzogiorno la situazione, migliore rispetto al resto d’Italia, permetterà di salvare il bilancio nazionale. Con un aumento del 50 per cento rispetto alla campagna del 2022, la Puglia rappresenta da sola la metà della produzione. Una buona crescita è attesa anche in Calabria, mentre la Sicilia resta stabile. La Basilicata, così come l’Abruzzo è in ripresa, mentre nel resto delle regioni meridionali la produzione sarà inferiore rispetto al 2022.

Siccità e caldo estremo stanno inficiando la produzione di olio a livello internazionale, con prezzi schizzati alle stelle. In Italia l’olio extravergine è aumentato del 42 per cento, in Spagna, primo produttore ed esportatore mondiale, del 52,5 per cento, con il prezzo all’origine aumentato addirittura del 112 per cento. Situazione difficile anche per Turchia e Grecia, mentre la Tunisia sembrerebbe in recupero.

Riporta l’Ansa: “Si è creato un contesto mai vista prima, dove le scarse produzioni soprattutto in Spagna, le scorte basse e l’inflazione che ha fatto impennare i valori, si assiste al raddoppio dei prezzi per gli olii di origine comunitaria”, ha dichiarato David Granieri, presidente di Unaprol.

Con 480 milioni di chili, l’Italia è terza per consumo di olio extravergine, prima di lei solo Spagna e Stati Uniti. Nonostante il Paese sia secondo in termini di produzione, 3 bottiglie su 4 sono importate dall’estero. Nel 2022 il valore delle importazioni di olio di oliva ha raggiunto oltre 2,2 miliardi di euro e nei primi sei mesi del 2023 è aumentato quasi del 20 per cento. Una situazione paradossale che non fa altro che esporre l’Italia alle speculazioni dei mercati esteri.

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