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Olio d’oliva, per il 2024 previsto calo del 32%

Olio

Per il 2024 è previsto un calo della produzione nazionale di olio d’oliva del 32% rispetto al 2023. A rivelarlo le ultime stime elaborate da Ismea in collaborazione con Unaprol.

Se i volumi mondiali per la campagna 202/2025 risultano in aumento rispetto allo scorso anno, con un incremento tra il 50 e il 60%, che porterebbe la produzione mondiale a 3,1 milioni di tonnellate, il 23% in più rispetto alla scorsa campagna, l’Italia appare in controtendenza.

Per la campagna di quest’anno si prevede un quantitativo di circa 224 mila tonnellate. Siccità e caldo record nelle principali regioni produttrici, come la Puglia e la Sicilia, infatti, hanno fatto crollare la produzione di olio d’oliva italiano.

Pur essendo ancora le prime stime, passibili quindi di aggiornamento e affinamento man mano che saranno disponibili informazioni sulle frangiture e quindi sulle rese, se confermate, farebbero retrocedere l’Italia dal secondo al quinto posto nel ranking mondiale dei principali Paesi produttori, dopo Spagna, Turchia, Tunisia e Grecia.

A pesare sulla campagna è soprattutto il dato pugliese dove si stima un raccolto praticamente dimezzato rispetto allo scorso anno. Nella regione, che da sola rappresenta circa un terzo degli uliveti nazionali, la fioritura e l’allegagione si sono mostrate abbastanza ridotte quest’anno, con le piante andate in stress idrico a causa delle poche piogge estive e delle alte temperature. Situazione analoga in Calabria e Sicilia dove si stimano perdite che al momento, comunque, sembrano più contenute rispetto a quelle della Puglia.

Al crollo della produzione al Sud si contrappone l’aumento record fatto registrare nelle regioni del Nord, con un +75%, e del Centro (+70%) rispetto a un 2023 molto deficitario. Buone notizie arrivano anche sul fronte della qualità che si annuncia ottima, grazie all’impegno delle circa 400 mila aziende agricole nazionali nel garantire un prodotto dagli standard elevatissimi, regalando all’Italia la leadership in Europa per il maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (42 Dop e 8 Igp).

In generale – sottolinea Ismea – negli ultimi anni la variabilità delle produzioni sta andando oltre la consueta alternanza, esasperando le normali dinamiche di domanda e offerta. Gli imbottigliatori si trovano a fare i conti con una disponibilità di prodotto nazionale sempre più incerta, con le conseguenti ricadute in tema di programmazione degli approvvigionamenti. Questo si somma a monte con le difficoltà dei produttori, a valle con quelle dei consumatori finali, che in due anni hanno visto aumentare i prezzi del prodotto soprattutto nei canali della Gdo.   

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