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Pasta, Usa minacciano super dazi del 107%

Dopo i dazi del 25% sui prodotti agricoli, imposti da Trump, che scatteranno dal 2 aprile 2026, continuano le tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Questa volta l’agroalimentare italiano si trova a fare i conti con la minaccia di un super dazio sulla pasta pari al 107% complessivo, che potrebbe essere applicato già dal 1° gennaio.

Il motivo sarebbe l’accusa di dumping, che consiste nel vendere a prezzi inferiori ai costi per conquistare il mercato, nei confronti delle aziende italiane del settore.

Su richiesta di alcune imprese americane, infatti, il DoC (Dipartimento del Commercio americano), ha aperto un’indagine su La Molisana e Pastificio Lucio Garofalo come “mandatory respondents”, prendendo in considerazione le importazioni di pasta dall’Italia.

Stando ai risultati preliminari, è stato stimato un margine di dumping medio ponderato pari al 91,74%, che se venisse confermato sarebbe aggiunto al dazio del 15% già in vigore. Inoltre, la nuova aliquota del 107% verrebbe applicata automaticamente a tutti gli altri esportatori come Agritalia, Barilla, Pastificio Liguori, Pastificio Sgambaro, Pastificio Tamma e Rummo.

Tuttavia, l’indagine preliminare, ora in fase di revisione amministrativa per il periodo tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024, è stata basata sulla cosiddetta regola dell’”adverse facts available”, una pratica utilizzata dal DoC che permette di trarre conclusioni sfavorevoli qualora le informazioni siano insufficienti oppure le aziende non rispondano, o non siano in grado di rispondere, alle richieste del Dipartimento.

Nel 2024 l’export dell’agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti ha toccato quota 7,8 miliardi di euro. In particolare quello della pasta aveva un valore di 500 milioni dollari. L’eventuale conferma del dazio, quindi, rischierebbe di limitare drasticamente l’accesso al mercato statunitense, danneggiando le esportazioni.

Non solo, la nuova aliquota potrebbe innescare effetti a catena sul mercato interno. Raddoppiando i costi, per recuperare il crollo dell’export, i prezzi potrebbero aumentare anche per i consumatori italiani.

Il Governo si è già messo in moto attraverso i ministri Lollobrigida e Tajani per seguire i dossier e coordinare i negoziati, mentre le aziende esportatrici stanno ultimando la trasmissione delle rispettive memorie scritte al Dipartimento del Commercio.

Gli esiti finali dell’indagine e la decisione che confermerà o riformulerà i dazi da applicare sono attesi entro la fine dell’anno.

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