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Settore apistico: preoccupazioni per condizioni climatiche e parassiti

Uno sguardo a tutto tondo sulle dinamiche produttive e di mercato del settore apistico. È l’attività svolta dall’Osservatorio nazionale miele che ogni mese effettua una rilevazione a livello nazionale sull’andamento della produzione e sui prezzi all’ingrosso del miele. Elabora inoltre report mensili dedicati alla produzione e all’evoluzione del mercato. L’ultimo in ordine di tempo è il rapporto sul mese di giugno 2025 che ha segnato l’inizio dell’estate meteorologica con condizioni climatiche estreme – si è trattato del secondo giugno più caldo dal 1880 – a cui si è aggiunta una significativa carenza di precipitazioni, in particolare nella prima e terza decade del mese.

Questo ha influito sulla produzione apistica che ha mostrato un andamento disomogeneo a livello nazionale. Mentre alcune aree del Sud hanno registrato rese ottime per il miele di sulla e buoni risultati per il coriandolo in Puglia, il Centro-Nord ha affrontato difficoltà nella produzione di miele di castagno, penalizzata dalle ondate di caldo che hanno compromesso la fioritura. In Sardegna, la stagione dell’eucalipto è stata fortemente negativa, con fioriture scarse e irregolari. Positivi, invece, i raccolti di mieli di montagna nelle regioni alpine, in particolare millefiori d’alta quota e rododendro.

Con la conclusione delle principali fioriture estive, l’attenzione degli apicoltori si concentra ora sulla gestione della varroa, il parassita esterno che attacca le api. I monitoraggi condotti indicano tassi di infestazione già elevati a inizio luglio, rendendo necessari interventi tempestivi.

Sul fronte economico, desta forte preoccupazione l’annuncio del 30 giugno relativo all’intesa preliminare tra Commissione europea e Ucraina per la revisione dell’articolo 29 dell’Accordo di libero scambio (Dcfta). Tra le modifiche previste, l’aumento del contingente tariffario per il miele da 6mila a 35mila tonnellate che potrebbe aggravare ulteriormente la crisi strutturale del comparto, già colpito dalla concorrenza di mieli a basso costo e dal rischio di importazioni di prodotti adulterati, in un contesto di controlli ancora insufficienti.

La domanda di sciami ha esaurito l’offerta disponibile, influenzata dalle perdite invernali di alveari e dagli incentivi regionali per l’acquisto di materiale vivo. Il mercato delle regine mostra segnali di saturazione, con un’offerta superiore alla domanda. Attivi anche i servizi di impollinazione su colture da seme nelle Marche.

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