
L’Italia dice no al nucleare e dopo decenni di attese e rinvii prova a sanare le situazioni precarie e potenzialmente pericolose aperte in tutto il territorio nazionale. E’ arrivato nella notte tra il 4 e 5 gennaio il nulla osta congiunto del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per la pubblicazione da parte di Sogin sul sito www.depositonazionale.it della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), il progetto preliminare per la realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permetterà di sistemare in sicurezza, e in via definitiva, i rifiuti radioattivi italiani.
“La realizzazione del Deposito Nazionale – ha dichiarato il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut, d’intesa col Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli e su delega del Ministro dell’Ambiente Costa – permetterà al nostro Paese di tenere il passo con gli altri partner europei, che già da tempo hanno realizzato sul proprio territorio strutture analoghe, o che le stanno già progettando e realizzando. Il deposito consentirà di sistemare definitivamente in sicurezza i rifiuti radioattivi, oggi stoccati all’interno di decine di depositi temporanei sparsi nel Paese. Si tratta prevalentemente di rifiuti radioattivi a bassa e media attività, prodotti da attività che utilizzano radioattività artificiale, rigorosamente regolate da legislazioni nazionali; attività in particolare legate all’industria ed alla medicina nucleare utilizzata nelle strutture sanitarie (applicazioni diagnostiche, applicazioni terapeutiche, attività di ricerca in medicina nucleare). Le aree interessate dalla CNAPI sono il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall’autorità competente, ora denominata ISIN, e la decisione finale sulla localizzazione del sito sarà presa a seguito di un periodo di consultazione pubblica con le autorità locali e valutandone le autocandidature”.