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Convegno promosso dall’UNSIC: “Politiche attive: nuove opportunità per giovani e imprese”.

Si è tenuto ad Acri (CS), con l’obiettivo di promuovere le possibilità offerte da “Garanzia Giovani” sul territorio calabrese ed ampliare il bacino dei beneficiari, il convegno promosso dall’UNSIC che nel titolo dell’incontro riassume la sua mission: “Politiche attive, nuove opportunità per giovani e imprese”. Sono intervenuti il sindaco di Acri, dott. Nicola Tenuta, il dott. Carlo Franzisi, presidente UNSIC provinciale di settore, il dott. Giovanni Misasi, consigliere nazionale dei Biologi, il presidente Cesapi imprese, Emilio Servolino, interventi il dott. Giuseppe Mancini, del Dipartimento del lavoro Regione Calabria e la dott.ssa Federica Roccisano, assessore al Lavoro della Regione e per l’occasione il presidente nazionale dell’UNSIC Domenico Mamone.

Il convegno ha confermato l’impegno dell’UNSIC quale soggetto promotoreabilitato di Garanzia giovani, il programma europeo che favorisce l’avvicinamento dei ragazzi tra i 15 e 29 anni al mercato del lavoro offrendo, entro un periodo di 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione formale, opportunità di orientamento, formazione e inserimento al lavoro. Il Presidente Mamone in merito alle politiche attive si è così espresso: “la più grande sfida per noi, imprenditori, ma anche per tutto il sistema-Italia è rilanciare l’occupazione, rimettere il Paese al lavoro, battere il clima di sfiducia, simbolizzato negli insopportabili luoghi comuni dell’Italia che non sarebbe “un Paese per giovani”, e da cui i giovani “devono scappare”.garanzia-giovani

Se l’impresa deve essere libera, pure gli imprenditori non possono farcela da soli, senza fare rete con le istituzioni, le associazioni, senza un dialogo sincero con i sindacati dei lavoratori. Non possiamo farcela senza investimenti e politiche pubbliche, senza quelle “esternalità positive” che soltanto una spesa pubblica, riformata e resa efficiente, può garantire”.

Gli investimenti in infrastrutture, per esempio, sulla cui necessità e urgenza nella condizione economica calabrese non è neppure il caso di dilungarsi, e la costruzione di un welfare state di modello europeo, che garantisca livelli dignitosi di benessere e di reddito per tutti, in primo luogo i soggetti deboli per istruzione e condizioni, e che anche determini le condizioni per un accesso minimo ai consumi, che sono, in termini economici, il motore della produzione. Per Mamone, Lo stato sociale non è una limitazione dell’economia moderna, ma piuttosto ne è una delle precondizioni, per assicurare stabilità sociale e condizioni di serenità individuale e familiare indispensabili”.

Sempre urgente la ricerca di una soluzione al bisogno delle giovani generazioni di uscire da condizioni artificiali di dipendenza familiare, di partecipare ad un mercato del lavoro reso più aperto e trasparente, di realizzare le proprie iniziative, i propri sogni, imprenditoriali e professionali, non può che richiedere un impegno, uno sforzo, un investimento di tutti i corpi sociali, di tutti gli stakeholders, per usare un termine inglese venuto di moda negli ultimi anni, e che indica tutti quei portatori di legittimi interessi che hanno diritto di essere sentiti nel governo dell’economia, anche se non sono shareholders, azionisti di capitale, ma rappresentano i
consumatori, gli studenti, le famiglie, e quei soggetti economici che hanno interesse e titolo a partecipare alle scelte pubbliche, perlomeno a esprimere la loro visione, e che quindi partecipano con responsabilità non soltanto alla legittima difesa degli interessi di impresa, ma anche vogliono esprimere una visione sociale e morale. L’UNSIC rappresenta tante imprese, soprattutto piccole imprese legate al territorio, pienamente degli stakeholders, cioè corresponsabili nel lavoro di costruzione di una società più libera e più equa. Il programma di Garanzia Giovani ha segnato l’arrivo in Italia di modelli europei avanzati di politiche attive.

La filosofia di base del programma di Garanzia Giovani, che mira ad intervenire attivamente nella partecipazione dei giovani al mercato del lavoro, è stata sperimentata, prima di estenderla all’Unione Europea, in Austria e in altri Paesi. In Italia, l’accesso alla Garanzia Giovani è lasciato alla  libera scelta del giovane, in pratica se si iscrive al portale o meno, non vi è “amorevolmente costretto”, come per esempio in Danimarca, quale obbligo preliminare per ricevere il reddito minimo, e questo fa sì che proprio i “NEET” più disagiati, i giovani più emarginati e privi di informazioni e risorse (Né in educazione né al lavoro), siano a rischio di neppure entrare nella “rete di salvataggio” della Garanzia Giovani, di cui potrebbero non percepire le opportunità, che proprio i più disagiati hanno difficoltà a percepire come immediate e universalmente accessibili. L’altro rischio è quello del “collo di bottiglia” successivo all’iscrizione: il giovane viene inserito negli elenchi, esaminato e “profilato”, ma poi soltanto una parte si avvia finalmente a tirocini, formazione mirata, e alla altre misure della “GG”. Questa dispersione tra chi entra nel sistema e chi ne esce con successo, tra input e output per così dire, è entro certi limiti fisiologica e inevitabile, ma può e deve essere minimizzata. Occorre portare nuove competenze, nuove risorse, nuove figure nell’attività di fornitura di orientamento, sostegno attivo e ricerca di opportunità in cui dovranno essere coinvolte meglio gli organismi di rappresentanza delle imprese e l’impresa stessa. “Siamo fortemente convinti, come UNSIC, del valore della partnership pubblico-privato” ha concluso Mamone.

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