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Decreto dignità, le novità: stretta su contratti e stop alle delocalizzazioni

decreto dignità

“La Waterloo del precariato”. Così il ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali, Luigi Di Maio definisce e rivendica il testo del “Decreto dignità” appena approvato dal Consiglio dei ministri su proposta del premier Giuseppe Conte e dello stesso vicepremier. Il testo, diviso in 12 articoli, va a modificare temi come i contratti a tempo determinato, imprese, giochi e scommesse e vuole essere un “manifesto” del nuovo esecutivo per staccarsi e modificare il Job Acts di Matteo Renzi.  Vediamo nello specifico.

CONTRATTI A TERMINE

Gli articoli 1 e 2 del Decreto dignità modificano la disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato la cui durata massima scende ora a 24 mesi (prima era di 36) e i rinnovi non potranno essere più di quattro. Al termine del primo anno si dovrà poi indicare una causale specifica per far proseguire il contratto, questo per ridurre dare una stretta al precariato. “Per i contratti più lunghi di 12 mesi – spiega il Sole 24 Ore – o dal primo rinnovo in poi arrivano tre categorie di causali, esigenze temporanee e oggettive, connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, o relative a picchi di attività stagionali. Le nuove regole valgono anche per i contratti a tempo determinato in somministrazione (non vengono cancellati, come previsto dalle prime bozze, quelli in somministrazione a tempo indeterminato). Salta invece il conteggio di questa ultima tipologia nei limiti del 20% previsto per contingentare le assunzioni a termine”

LICENZIAMENTI

Aumenta il valore dell’indennità per i lavoratori licenziati “ingiustamente”. Secondo l’articolo 3 del testo viene stabilità che l’indennità per i lavoratori licenziati ingiustamente passi da 24 a massimo 36 mesi con un aumento quindi del 50% dell’indennizzo. Per i lavoratori interinali, spiegavano nel pomeriggio fonti del governo, è prevista l’estensione delle stesse tutele degli altri lavoratori.

MULTE SALATE A CHI DELOCALIZZA

Viene di poco modificata la norma sulle delocalizzazioni che farà scattare multe da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto per le imprese che delocalizzano “entro cinque anni dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata”. Come spiega il Sole 24 Ore, alle aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato che delocalizzano le attività prima che siano trascorsi 5 anni dalla fine degli investimenti agevolati arriveranno sanzioni da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto. Anche il beneficio andrà restituito con interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. In arrivo un meccanismo di “recapture” per l’iperammortamento in caso di delocalizzazione o cessione degli investimenti.

FISCO “LIGTH”

Con il Decreto dignità vengono introdotte linee guida per la semplificazione fiscale. Viene rivisto il cosiddetto “redditometro” in chiave di contrasto all’economia sommersa e il rinvio della prossima scadenza per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute (cosiddetto “spesometro”). Prevista l’abolizione dello split payment solo per i professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o a titolo di acconto. Nella nuova versione del decreto non ci sarà la norma sull’abolizione dello staff leasing, cioè l’opzione che permette alle aziende di assumere persone a tempo indeterminato per poter poi girarle attraverso contratti di somministrazione.

STOP ALLA PUBBLICITA’ PER I GIOCHI D’AZZARDO

Il decreto punta poi alla lotta contro l’azzardopatia. Prevede lo stop a “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro”. Dall’entrata in vigore del provvedimento il divieto comprende la pubblicità di giochi e scommesse “comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet”. Sono escluse solo le lotterie nazionali con estrazione dei vincitori differita. Lo stop non vale nemmeno per “i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”. Confermate le sanzioni, che si applicheranno “de futuro”, al 5% del valore ma con un minimo di 50mila euro.

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